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Calabria, dopo lo stop del Tar Santelli non si ferma: nuova ordinanza e scoppia la polemica politica

La presidente della Regione Calabria, Jole Santelli

Poche ore dopo la decisione del Tar, che ha 'bocciato' l’ordinanza del presidente della Regione, che nei giorni scorsi aveva dato il via libera al servizio ai tavoli all’aperto per bar, ristoranti, pasticcerie e agriturismi, la governatrice Jole Santelli ha ripreso in mano il progetto «Riparti Calabria» e, con una nuova ordinanza, ha aggiunto un altro tassello al difficile percorso verso un ritorno alla normalità.

Da domenica 10 maggio, quindi, in Calabria si possono raggiungere le seconde case, assieme ad un solo componente del nucleo familiare, per lavori di manutenzione e con l’obbligo di rientro nella stessa serata nel proprio domicilio; si può fare la spesa con più componenti dello stesso nucleo familiare, stessa cosa per la visita ai cimiteri.

È consentita l’attività sportiva anche in strutture e circoli ma in spazi all’aperto, con un massimo di due persone conviventi e con rientro obbligatorio nella stessa giornata; allevamento e addestramento di animali; la ricerca e la raccolta di prodotti spontanei della terra (piante non legnose, frutti, funghi epigei e tartufi); l’attività di toelettatura, su appuntamento, per animali domestici e di compagnia presso esercizi abilitati.

L’ordinanza regionale, infine, ribadisce l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine per tutti i soggetti che si rechino presso una delle attività consentite e comunque nelle in ogni situazione in cui la distanza interpersonale non sia garantita. Analogamente dovranno essere rigorosamente rispettate le misure di igiene e le precauzioni. Resta in ogni caso vietata ogni forma di assembramento.

Intanto, però, il via libera al servizio ai tavoli all’aperto per bar e ristoranti, bloccato sabato pomeriggio con la sentenza del Tar, ha aperto un fronte politico di polemiche soprattutto tra maggioranza e opposizione, al Governo e alla Regione Calabria, ma non solo. A Cosenza, unica città capoluogo calabrese in cui le attività commerciali avevano dato seguito all’ordinanza regionale, gli esercenti criticano il blocco e in molto sono pronti ad andare avanti.

Questa mattina la titolare di un bar, in una zona del centro, si è incatenata per protesta: «Abbiamo speso i nostri ultimi soldi - ha detto davanti a giornalisti, cineoperatori e curiosi - per adeguare il nostro locale alle norme per il servizio all’aperto. Ora chi ci ripaga? Ci usano come un paio di scarpe, prima ci tirano fuori e poi ci rimettono nell’armadio. Ma noi - ha aggiunto quasi in lacrime - siamo persone oneste che vogliono solo lavorare, siamo famiglie, non possiamo pagare i conti degli scontri politici. Non è assolutamente giusto».

Polemiche e proteste a parte, la Calabria, tra fase 2 e fase 3, fa i conti con una ripartenza economica e sociale che si presenta particolarmente dura. La Regione ha stanziato 120 milioni di euro per finanziare le imprese, con contributi a fondo perduto, ma ovviamente non può bostare per fare fronte ai danni economici causati da due mesi di fermo.

Alle porte, poi, c'è una stagione estiva, attesa da molti operatori per una boccata d’ossigeno nelle loro casse, ancora tutta da scrivere. In tutto questo, le uniche note positive arrivano dai numeri del contagio, da una settimana tra 0 e 5, e dal numero delle «zone rosse», passato da 15 a 1. In fondo, per ora, le notizie migliori.

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