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Direttore artistico della Fondazione Calabria Film Commission, dubbi sul bando

Gianluca Gallo

Tempi stretti per la presentazione delle istanze, requisiti generici, eccessivo potere discrezionale nella selezione dei candidati.

Suscita perplessità l’avviso pubblico per la presentazione di candidature per l’individuazione e la nomina del direttore artistico della Fondazione Calabria Film Commission. A mettere in fila i tanti dubbi che da giorni circolano nell’ambiente cinematografico e culturale calabrese è il consigliere regionale Gianluca Gallo.

«Al netto di ogni valutazione di merito sulla bontà dell’operato dell’attuale management della fondazione, che non è qui posto in discussione», premette il capogruppo della Cdl, «non ci si può esimere dal richiedere chiarimenti, e sollecitare l’adozione degli eventuali, opportuni accorgimenti in relazione ad un avviso che, oggettivamente, pare piegato a logiche di urgenza ed arbitrarietà».

Sottolinea Gallo: «I termini per la presentazione delle candidature sono compressi in 15 giorni. Tra i requisiti, laurea a parte, non si richiede alcun termine minimo di precedente impiego od occupazione nel settore. Alla fine, poi, non si prevede una rosa di idonei tra i quali individuare la figura ritenuta professionalmente migliore, ma ci si limita ad una scelta rimessa al presidente della Fondazione, d’intesa col presidente della giunta regionale, con una nomina peraltro rimessa ad un governatore il cui mandato è ormai scaduto ma che, in maniera inopportuna e giuridicamente discutibile, continua a sfornare nomine ed incarichi».

A parte ciò, a destare preoccupazione, evidenzia l’esponente della Cdl, sono previsioni e requisiti «che non trovano riscontro neppure negli analoghi avvisi pubblicati nel tempo dalle altre Film Commission d’Italia, ed il perché è evidente: ridurre al minimo i termini di partecipazione vuol dire limitare la platea dei possibili partecipanti. Non inserire tra i criteri una durata minima delle esperienze pregresse significa parificare chi di esperienza ne ha accumulata tanta a chi, magari, ha ricoperto incarichi simili anche solo per un giorno. Infine, ricondurre ogni valutazione in capo ai due presidenti vuol dire non offrire ai partecipanti garanzia di obiettiva imparzialità, rendendo l’intera procedura più simile a quella dell’individuazione di un componente di staff che non a quella invece richiesta per il conferimento di incarichi per i quali è richiesta una documentata e consolidata professionalità».

Conclude Gallo: «Confido che le obiezioni sollevate con spirito critico, teso a scacciare ogni possibile ombra dall’avviso ed a rendere ancor più qualificato e produttivo il cammino della Fondazione, possano trovare ascolto ed attenta valutazione, ad iniziare dall’immediata proroga dei termini di partecipazione».

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