Il day after elezioni è ancora più difficile. Dopo la conta dei voti, si passa all'analisi dei dati e delle percentuali. E soprattutto si pensa al futuro. Da una parte ci sono i candidati che si sono conquistati il pass per il ballottaggio, dall'altro quelli che invece si sono fermati al primo turno. Di sicuro, saranno due settimane di “fuoco” sia per Paolo Mascaro che per Ruggero Pegna, reduci già da un intenso mese di campagna elettorale, con scontri anche poco celati.
Tra i due infatti non c'è solo una competizione politica per chi deve diventare sindaco della città, ma anche personale, considerato che Mascaro e Pegna, fino a un mese fa, erano amici fraterni. Ma in politica tutto è possibile. Così, in vista del ballottaggio si pensa alle possibili alleanze, per cercare di conquistare il maggior numero di consensi. E anche se tutti e due i candidati hanno dichiarato di non voler fare apparentamenti con le altre coalizioni, non è escluso che in questi giorni si cercherà di “dialogare” con gli avversari politici, per cercare di portare l'elettorato da una o dall'altra parte.
A favore di Paolo Mascaro potrebbe giocare il fatto che è stato sostenuto da due liste civiche, che racchiudono anime di centro, destra e sinistra. Ma questa via non è così scontata. Il popolo del centrosinistra, infatti, potrebbe anche optare per Ruggero Pegna, pur di non sostenere l'ex primo cittadino, spesso indicato come «il sindaco del consiglio comunale sciolto per mafia». Anche se potrebbe non essere così scontato riuscire a dirottare l'elettorato di centrosinistra su partiti da sempre in contrapposizione, come Fratelli d'Italia e Forza Italia, soprattutto su alcuni temi valoriali.
In attesa di sapere cosa sceglieranno i lametini il 24 novembre, tre aspetti emergono dal risultato elettorale di domenica scorsa: il crollo dei partiti, la disfatta del centrosinistra e il consenso alle liste civiche. Per quanto riguarda i partiti, per la prima volta in città il partito più votato è Fratelli d'Italia, che ha incassato 3.656 preferenze (11,82%), seguito dal Partito democratico, sceso al mimino storico, con 6.054 voti (pari al 11,68%). Forza Italia (da sempre primo partito cittadino) scende al terzo posto, con 3.473 preferenze (11,23%), seguita dall'Udc che racimola appena 1.400 voti (4,53%), infine il M5s che ha ottenuto 1.353 preferenze (pari al 4,38%).
La disfatta del centrosinistra
La storia si ripete. Il nome di Eugenio Guarascio, molto vicino a Doris Lo Moro, è stato tirato dal cilindro all'ultimo secondo e, invece di unire il già lacerato centrosinistra, lo ha disintegrato definitivamente. A molti infatti non è piaciuta la scelta “calata dall'alto” e non condivisa dalla base. A metterci il carico ci ha pensato Rosario Piccioni che, pur partecipando nei mesi scorsi ai vari tavoli programmatici, alla fine è sceso in campo in solitario, spaccando di fatti il popolo del centrosinistra. Sommando infatti le preferenze ottenute da Piccioni e Guarascio, il centrosinistra poteva sperare di andare al ballottaggio. E invece così non è stato.
E se i partiti scendono, ad incassare consensi sono le liste civiche. Quelle di Mascaro hanno ottenuto più voti di tutti: “Assieme Mascaro Sindaco” ha incassato 5.852 preferenze (18,92%) attestandosi come lista più votata in assoluto, mentre “Orgoglio Lamezia” va anche bene con i suoi 4.824 voti (15,6%). La lista civica di “Eugenio Guarascio Sindaco” arriva a 2.441 preferenze (7,89%). Non spiccano il volo invece le liste di Piccioni: “Lamezia Bene comune” ottiene 1.704 voti (5,51%) mentre Lamezia Insieme” si ferma a 1.216 preferenze (3,93%). Anche Massimo Cristiano non va molto lontano: “Nuova Lamezia” ottiene appena 341 voti (1,1%) mentre “La Svolta” incassa 1.050 preferenze (3,4%). Chi ha preso meno voti di tutti è il Movimento Cinque Stelle con 1.353 preferenze (4,38%). Il che dimostra come il movimento dei pentastellati è più un partito nazionale e fa fatica a radicarsi sul territorio.
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