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Riace, il sindaco Trifoli dichiarato decaduto dal tribunale di Locri: "Era ineleggibile"

Antonio Trifoli

Antonio Trifoli è stato dichiarato decaduto dalla carica di sindaco di Riace dal Tribunale di Locri, sezione civile. I giudici hanno accolto il ricorso presentato da Maria Caterina Spanò, consigliere di minoranza presso il comune ionico, già aspirante a sindaco per la lista “Il Cielo Sopra Riace” lista dove si è candidato consigliere comunale Mimmo Lucano. La Prefettura di Reggio Calabria si è costituita aderendo all’azione già promossa.

Il procedimento, infatti, è stato introdotto mediante azione popolare “al fine di accertare e dichiarare la sussistenza di una causa di ineleggibilità del candidato a sindaco del Comune di Riace”, Antonio Trifoli, vincitore delle elezioni del 26 maggio 2019.

Per il Tribunale, in definitiva, “ricorrono i presupposti per ravvisare la dedotta causa di ineleggibilità di Trifoli Antonio e di conseguenza, in relazione all’art. 68 T.U.E.L., dichiarare la decadenza di quest’ultimo alla carica di sindaco”.

«Ho appreso da poco la decisione del Tribunale di Locri e resto sconcertato sulle motivazioni. Si vuole precludere il diritto all’elettorato passivo a chi dopo 20 anni è ancora precario della pubblica amministrazione». Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Riace, Antonio Trifoli, in relazione alla sentenza con cui é stata dichiarata la sua ineleggibilità.

«Un sacrosanto diritto sancito dalla nostra Costituzione - aggiunge - che viene cancellato con un colpo di spugna senza approfondire attentamente la vicenda, tant'è che nel dispositivo si specifica che non esistono casi precedenti. Spero col cuore che il mio caso faccia giurisprudenza. Non per me, ma per le migliaia di colleghi che in tutti questi anni hanno visto negarsi tutti quelli che sono i principi essenziali della nostra Costituzione. Un precario a 900 euro al mese e un condannato per gravi reati sono messi sullo stesso piano. Il Governo e soprattutto il parlamento devono prendere atto che le regole del diritto in Italia sono quanto meno da rivedere».

«Ad oggi, inoltre - conclude Trifoli - è stata negata dalla Prefettura e dal Ministero dell’Interno la possibilità di visionare le carte riguardo a quello che ad oggi è un 'parere fantasma' che dichiara la mia presunta ineleggibilità».

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