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Blitz al Comune di Vibo, politica rompe il silenzio: si teme lo scioglimento per mafia

Consiglio comunale di Vibo

Esce dal silenzio il Consiglio comunale. E dopo quarantottore dal blitz della Guardia di Finanza che ha lasciato tutti quasi sotto shock per la mole di uomini e documentazione prelevata dagli uffici di palazzo “Luigi Razza” la politica è tornata a parlare, esprimendo pochi concetti e quasi all'unisono per una volta: piena fiducia nella magistratura e tempi brevi per far luce su eventuali condizionamenti della 'ndrangheta negli uffici del Comune.

Lo hanno ribadito senza alcun dubbio tutti i capigruppo in Consiglio comunale. «Confido nel lavoro della magistratura che rappresenta lo Stato su questo territorio», le parole espresse dal capogruppo del Pd Stefano Luciano. E per una volta gli ha fatto eco il portabandiera di FI Agostino Naso: «Fiducia piena nei magistrati - ha ribadito quest'ultimo - ma sia chiaro che noi siamo in totale discontinuità con tutte le precedenti amministrazioni».

«Da tre mesi - ha aggiunto Gerlando Termini - operiamo nella convinzione di agire nella massima trasparenza, ascoltando i cittadini e tentando di portare in Consiglio le loro proposte». Dalla sponda opposta Giuseppe Policaro non ha esitato a ribadire «la piena fiducia in Nicola Gratteri e nei suoi collaboratori affinché si faccia presto luce su questioni che interessano l'intera comunità». Quello che sta accadendo «è angosciante» per Nico Console: «Si gettano ombre pesanti, infatti, sull'attività amministrativa di un Ente molto difficile da gestire. Spero che la magistratura faccia in fretta perché sugli uffici non può pendere a lungo questa spada di Damocle».

«Per quanto è di mia conoscenza - ha aggiunto - ritengo si sia agito nella massima trasparenza».

Fiducia incondizionata nei magistrati ha espresso anche Lorenzo Lombardo: «I cittadini - ha chiosato - meritano una classe dirigente e un apparato burocratico quanto più trasparente possibile».

«Molto preoccupata» Loredana Pilegi: «Uno scioglimento - ha riflettuto - sarebbe la pietra tombale per un Comune già in dissesto». Non si è sbilanciato neppure Domenico Santoro (M5S): «Senza conoscere le carte - ha commentato - è difficile parlare. Forse se il Comune è nei guai, però, dobbiamo ritrovare le motivazioni anche in tali situazioni». Ergo, «bisogna essere trasparenti più di quanto imponga la legge».

E la giustizia deve fare il suo corso anche per Antonio Schiavello che ha auspicato si possa fare subito chiarezza, come pure Lorenza Scrugli: «La magistratura faccia subito chiarezza per ristabilire il prima possibile un clima di serenità». Considerazioni non differenti quelle di Pietro Comito: «Se dovesse essere vero quanto si ipotizza la città verrebbe fortemente penalizzata. Già incombe un secondo dissesto, figuriamoci un commissariamento per infiltrazioni mafiose. Mi auguro non ci sia nulla di così grave».

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