Parte la corsa nel M5s per la nomina dei nuovi capigruppo e dell’intero direttivo di Camera e Senato. Le assemblee dei rispettivi gruppi a Montecitorio e a palazzo Madama si riuniscono per scegliere la loro «squadra» di governo anche se difficilmente si arriverà, in entrambe le Camere, ad una fumata bianca nelle prossime ore.
E di conseguenza anche ad una indicazione «politica», in tempo per la celebrazione di Italia 5 Stelle, sulla direzione e il peso che sta prendendo in Parlamento la 'spaccatura' tra le varie aree governiste e malpanciste. Quest’ultime sempre più organizzate e combattive: Sia al Senato, sia alla Camera.
Un nuovo scontro con Luigi Di Maio si è acceso sulla candidatura per le regionali in Calabria. Un incarico per il quale si era da tempo proposta la deputata vibonese Dalila Nesci, prima della scelta del leader politico di perseguire la strada delle candidature civiche.
Ora Di Maio le sbarra apertamente la strada: «Dalila è intelligente, e sa che non si può fare. Abbiamo delle regole e vanno rispettate. Non esistono deroghe». Ma lei rilancia: «la mia proposta non credo debba essere 'giudicata', ma vagliata con la serietà che deve contraddistinguere una forza politica». Soprattutto, dice al capo politico, «sento il dovere di proporre un’alternativa ai modelli civici che hai deciso di sperimentare cambiando le regole del M5s».
Una sfida, tra le tante, che potrebbe avere il suo riflesso nell’urna per i capigruppo mentre sempre Di Maio torna ad avvertire fuoriusciti e dissidenti. «Non ho segnali di altre uscite, ma voglio dire che certi comportamenti non sono tollerabili» è l’avviso del capo politico che annuncia pure che chiederà ai transfughi gli arretrati di tutte le «restituzioni» di stipendio non versate.
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