
A quasi cinque mesi dall’approvazione, in un Consiglio dei ministri straordinariamente convocato in riva allo Stretto, il decreto Calabria non ha prodotto gli effetti immaginati alla vigilia. Pensato come un provvedimento straordinario, capace in 18 mesi di risollevare un comparto in fortissima crisi, il provvedimento ha mostrato finora più ombre che luci.
Le strutture sanitarie calabresi - si legge sulla Gazzetta del Sud oggi in edicola - sono sull’orlo del collasso, costrette a fronteggiare situazioni di costante emergenza senza personale sufficiente.
Il decreto avrebbe dovuto sbloccare il turnover ma finora non è stato assunto nessuno perché la ricognizione del personale, richiesta durante l’ultimo tavolo di verifica del Piano di rientro, è stata rinviato per l’assenza dei bilanci di alcune Aziende sanitarie.
Non bastasse, i contratti dei precari in servizio negli ospedali non sono stati rinnovati, con il rischio, adesso, di vedere tagliati i posti letto in alcune strutture. Insomma, un perfetto cortocircuito. Che sta producendo ripercussioni negative sulla qualità dell’offerta sanitaria.

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