Si contrae l'offerta di alta formazione medica in Calabria e l'incontro che i ministri della Salute, Giulia Grillo, e dell'Istruzione, Marco Bussetti, hanno convocato ieri al Miur sulla formazione post laurea ha quantomeno fatto emergere che il caso insorto sul taglio di ben sei scuole di specializzazione dell'Università Magna Graecia di Catanzaro è all'attenzione della Ministra della Salute, sollecitata peraltro dalla struttura commissariale e dai parlamentari calabresi, mentre a Bussetti si è rivolto il presidente Mario Oliverio.
In effetti l'incontro tra i ministri e i rappresentanti dei rettori, dei presidi delle facoltà di Medicina, Cun, Crui e intercollegio di area medica, si era reso necessario dopo la presa di posizione del mondo accademico contro la misura del Decreto legge Calabria che prevede la possibilità per gli specializzandi all'ultimo anno di accedere ai concorsi per l'assunzione nel Ssn, di fatto togliendo centralità agli atenei. Sul tema sarà emanata una circolare attuativa. Ma tutte le dinamiche dell'alta formazione sono entrate in gioco, in un momento politicamente non facile per la ministra, assediata dal “fuoco amico” e dalle istanze provenienti dai territori.
Nei giorni scorsi l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica del Miur ha espresso il parere di non accreditamento di sei scuole dell'Università di Catanzaro, strutture di primaria importanza come Cardiochirurgia, Ginecologia ed Ostetricia, Malattie dell'apparato digerente, Malattie dell'apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa (Fisiatria) e Pediatria. Un duro colpo per l'Ateneo e un danno enorme per tutta la Calabria, visto che ad arretrare è l'unica facoltà di medicina della regione.
Mancherebbero alle scuole i requisiti riguardo agli standard assistenziali, i volumi delle prestazioni erogate ma anche, a seconda dei casi, il numero dei docenti e la sede “in house” delle attività di tirocinio. Sui numeri insufficienti delle prestazioni si è scatenata la bagarre, tenuto conto che l'allarme di una parte dell'Umg è rimasto inascoltato, caduto nel vuoto di programmazione che evidentemente circonda l'Ateneo. Ventuno direttori delle scuole mediche Umg nel marzo 2018 avevano denunciato «l'eccessiva lentezza nella risoluzione dei problemi» chiedendo a Oliverio e all'allora commissario Scura l'integrazione «al più presto» delle Aziende Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, «in modo che le strutture necessarie per l'accreditamento siano presenti nella sede nella quale insiste la scuola».
Miopia politica, interessi opachi e l'egoismo di chi temeva di perdere, con la fusione delle due aziende, privilegi e primariati, hanno avuto la meglio e l'integrazione è ancora al palo. La stessa legge regionale che doveva istituire l'Azienda unica sembra congegnata apposta per farsi impugnare dal Governo, come regolarmente è avvenuto. «Con l'integrazione si sarebbe evitata la chiusura delle scuole», incalza Arturo Bova, presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta: «La mia proposta di legge è stata ignorata dal “mini parlamento trasversale” dell'area centrale. Sono stati perseguiti solo gli interessi personali e delle lobby».
L'Associazione dei fornitori ospedalieri calabresi (Asfoc) in vista della discussione al Senato del Decreto Calabria rivolge un appello ai senatori calabresi «per evidenziare i danni che il Decreto produrrà al nostro comparto se venisse convertito in legge senza le opportune modifiche».
L'Asfoc si riferisce all'art. 6 comma 1 secondo cui le Aziende calabresi dovranno avvalersi, per l'acquisto di beni, servizi e lavori di manutenzione, solo della Consip o di centrali di committenza di altre regioni. «Ciò potrà determinare l'impossibilità, a noi micro, piccole e medie imprese, di partecipare alle gare non avendo le necessarie capacità economiche e finanziarie, a vantaggio delle multinazionali del nord».
"Ha degli aspetti paradossali la vicenda delle sei scuole di specializzazione della facoltà di Medicina dell'università Magna Graecia di Catanzaro. Ecco perché attraverso un'interrogazione, ho richiesto l'intervento urgente del Governo che ha il dovere di trovare una soluzione e garantire la continuità formativa nell'unica facoltà di Medicina della Calabria". Ad affermarlo è la deputata Pd, Enza Bruno Bossio, la quale ha depositato un'interrogazione ai ministri alla Salute e all'Università per fare luce sul caso dell'ateneo catanzarese.
"Ancora una volta - aggiunge la deputata Pd - tutti i mali del commissariamento della sanità vengono a galla: questa volta la punizione piomba sugli studenti. Le sei scuole di specializzazione, infatti, sono a rischio chiusura perché non sarebbero stati raggiunti gli standard di prestazione e di numero dei docenti definiti dall'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica. Ciò, però, è un evidente effetto del regime di commissariamento che in 10 anni ha portato con sé un drammatico blocco del turn over e una ridimensionata offerta delle prestazioni sanitarie. Siamo, quindi, di fronte a una duplice lesione: del diritto alla salute per i calabresi e del diritto allo studio per gli studenti".
"Un quadro surreale - afferma in ultimo la parlamentare Bruno Bossio - rispetto al quale il Governo non può rimanere silente ma ha il dovere di attivare tutti gli strumenti possibili per tamponare questa clamorosa falla del sistema, fra l'altro annunciata per tempo e in tutte le sedi dal presidente della Regione Calabria, in ultimo nel corso dell'audizione dello scorso 9 maggio alla commissione Affari sociali della Camera".
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