Mario Oliverio è cambiato, dopo le buie pagine dell'obbligo di dimora. Più ecumenico, meno propenso all'auto-investitura, annuncia che la sua eventuale ricandidatura alla presidenza della Regione «sarà decisa dai calabresi, primarie o meno».
Un messaggio politico chiaro e forte, quello lanciato ieri dal Governatore a margine del congresso della Legacoop, prima uscita pubblica ufficiale dopo la revoca del confino a San Giovanni in Fiore. Non uno "scendo in pista e chi ci sta ci sta". Non una chiamata alle armi. Ma un assegno in bianco affidato agli elettori calabresi. Una sfida, non un cedimento.
Una prova di forza da parte di chi, dopo la larga vittoria di Zingaretti - il candidato da lui sostenuto alle primarie per il segretario nazionale del Pd - sa di essere ancora l'uomo forte della sinistra regionale. Né Oliverio teme contraccolpi dalla sconfitta del Pd in Basilicata: «Ogni realtà ha una sua storia e specificità».
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