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Sanità, svolta storica per Catanzaro: nasce un'unica azienda ospedaliera. Previsti quasi mille posti letto

L'ospedale Mater Domini di Catanzaro

Nasce ufficialmente a Catanzaro l’Azienda ospedaliera “Mater Domini-Pugliese-Ciaccio”, la più grande della Calabria e una delle più importanti del Meridione, con quasi mille posti letto, migliaia di dipendenti e articolata su più sedi. Il Consiglio Regionale della Calabria ha infatti appena approvato all’unanimità la legge che prevede l’integrazione tra le Aziende ospedaliere del Capoluogo di Regione, comprendendo anche l’ospedale di Lamezia Terme.

Una struttura competitiva che unirà assistenza e ricerca, quella che ora dovrà passare dal varo legislativo all'attuazione concreta, con la firma del protocollo d'intesa tra Regione e Università e la creazione di un moderno pronto soccorso a Germaneto.

Se i soliti “poteri contro” non troveranno  l’espediente per bloccare il grandioso progetto, Catanzaro potrà essere non solo sulla carta ma anche “nei fatti” il capoluogo della Calabria, potendo vantare un  polo ospedaliero assolutamente competitivo, dotato di un moderno pronto soccorso a Germaneto, al servizio del quartiere Lido e dei paesi dell'alto e basso Ionio, dove i livelli essenziali di assistenza non sempre possono essere garantiti dai piccoli ospedali.

La nascita a Catanzaro, per ora solo a livello legislativo, di una  delle più importanti strutture sanitarie del Sud, è stata resa possibile da una lunga battaglia che ha visto impegnato in prima linea il sindaco Sergio Abramo, l'ex commissario ad acta Massimo Scura e alcuni consiglieri regionali.

Tra i passi successivi fondamentale e tempestiva dovrà essere la stipula del protocollo d’intesa tra la Regione (a cui fanno capo il Pugliese-Ciaccio e l’ospedale spoke lametino) e l’Università di cui è parte integrante il policlinico Mater Domini. In passato si è fatto di tutto per evitare la fusione delle aziende ospedaliere che ieri il Consiglio regionale ha reso possibile con voto unanime, dando prova di maturità e coesione dopo tante pagine non esaltanti. Alla fine è prevalso il buon senso unito alla volontà di non perdere i circa 320 milioni statali destinati ad un nuovo edificio ospedaliero e altre opere, fermi a Roma perché lo sblocco era condizionato all’avvenuta integrazione.

Dopo una lunga trafila di riunioni anche nella Commissione Sanità del Consiglio regionale, è stato definito un testo unitario che ha inglobato la proposta di legge n. 365/10 di iniziativa dei consiglieri Michele Mirabello, Vincenzo Ciconte, Sinibaldo Esposito, Claudio Parente, Antonio Scalzo e Domenico Tallini, e quella del consigliere Arturo Bova. Ieri è stato votato anche un emendamento che esclude oneri aggiuntivi per le casse regionali legati alla realizzazione dell'Azienda unica.

I dettagli nell'edizione di domani

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