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Emigrazione sanitaria, in Calabria buco da 200 milioni

Monta la polemica sui costi dell'emigrazione sanitaria che hanno fatto "sforare" il disavanzo della sanità calabrese al punto da rendere concreto il rischio di un nuovo blocco del turn-over e dell’aumento di Irap e Irpef fino alle aliquote massime.

Oggi nel corso della Terza Commissione del Consiglio regionale “Sanità” è stato audito il direttore generale del Dipartimento Salute, Antonio Belcastro, che ha illustrato quello che è emerso nei giorni scorsi nella Conferenza delle Regioni in merito all’emigrazione sanitaria passiva. Ne ha riferito il componente della Commissione Carlo Guccione, che ha messo sotto accusa la Regione Calabria, la quale "solo dopo 4 anni e mezzo dall’inizio di questa legislatura, ha inteso contestare alcuni aspetti dell’emigrazione sanitaria passiva calabrese nei confronti delle altre regioni facendo emergere alcuni evidenti distorsioni.

Per esempio - fa notare Guccione -  è stato accertato che alcuni pazienti non residenti in Calabria hanno gravato sull’emigrazione passiva calabrese e, inoltre, migliaia di ricoveri di calabresi in altre regioni sono risultati inappropriati e quindi non potevano essere a carico della sanità calabrese regionale. Dopo una lunga trattativa è stato accertato un risparmio di 22 milioni di euro.

Ciò è avvenuto dopo quel minimo controllo che il Dipartimento Salute e la Giunta hanno effettuato, ma che dovevano e potevano esercitare - denuncia Guccione - in questi quattro anni e mezzo facendo risparmiare almeno 200 milioni di euro. Ritengo che questa drammatica situazione emersa solo oggi, debba essere discussa con urgenza in Consiglio regionale, dove si dovranno prendere le adeguate contromisure.

Entro fine marzo vanno trovate tutte le soluzioni necessarie per evitare il blocco del turn-over e l’aumento di Irap e Irpef alle aliquote massime". Guccione fa notare che il disavanzo della sanità calabrese oggi è sceso a 120 milioni di euro, dunque oltre la soglia coperta dalla fiscalità regionale.  "Vanno trovati ulteriori 20 milioni - conclude Guccione - per impedire che per chiare responsabilità e un pressapochismo dilettantesco la Calabria rischi un’ulteriore penalizzazione per la sanità regionale".

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