È uno scenario a tinte fosche quello disegnato dall’avvocatessa Francesca Palumbo nella tradizionale relazione annuale a cura del responsabile dell’Anticorruzione alla Regione. Inutile girarci intorno: alla Cittadella la trasparenza non è un punto forte.
La dirigente - dimissionaria da mesi, domani scade il termine per la presentazione delle candidature a ricoprire l’incarico - mette in fila una serie di anomalie che danno la cifra della superficialità con cui i vertici politici e burocratici della Regione affrontano un tema così decisivo per la credibilità della macchina amministrativa.
Palumbo parte dall’aggiornamento della mappatura dei processi amministrativi «che non è stata attuata - scrive nella relazione - da tutti i settori della Giunta regionale nonostante i ripetuti solleciti».
Lo screening si è dimostrato «non affidabile». «La sottovalutazione del rischio corruttivo - annota la responsabile dell’ufficio per la trasparenza e riporta la Gazzetta del Sud in edicola - ha compromesso l'attuazione della misura della rotazione del personale. Anche per le altre misure si è verificato un riscontro parziale, fatta eccezione per la misura relativa agli incarichi di arbitrato».
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