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Porto di Gioia Tauro, dopo i reintegri si punta a bloccare i licenziamenti

I lavoratori del porto di Gioia Tauro

I giudici del lavoro del Tribunale di Palmi continuano ad emettere sentenze favorevoli ai portuali che avevano impugnato il licenziamento collettivo del 2017. Solo ieri, i provvedimenti di reintegro hanno superato la soglia dei cento e adesso, per chiudere definitivamente il cerchio dei 300 ricorsi, mancano davvero pochissimi verdetti. Mentre l’esito delle residue vertenze fissate per gennaio, a questo punto, appare più che scontato.

Sul merito della vicenda, il Tribunale pare aver accolto le argomentazioni difensive inerenti la – più volte evidenziata – insufficienza delle informazioni affidate alla specifica fase della procedura di licenziamento collettivo, così come è stata confermata l’irrazionalità dell’algoritmo utilizzato per la formazione delle graduatorie. Tutti argomenti che sono andati ad aggiungersi a quelli relativi all’illegittimità dei criteri di scelta dei lavoratori sottoposti alla risoluzione.

Adesso bisognerà vedere come reagirà il terminalista, anche se il sindacato SUL è convinto che, in caso di ricorso da parte di MCT contro le decisioni del Tribunale, si abbiano tutte le carte in regola per far riconfermare il reintegro dei lavoratori e, certo che un’altra stagione di incertezza sarà negativa per l’intera area portuale, ripropone il cosiddetto “patto per l’occupazione a Gioia Tauro” che con il coinvolgimento di Governo, Regione, Authority, aziende del Porto, parti sociali e lavoratori «possa realizzare il progetto di mantenere l’occupazione di tutti i portuali gioiesi evitando il conflitto sociale che nascerà nel caso in cui MCT dovesse opporsi al progetto».

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