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Reggio, ping pong ai Ministeri per i tir al porto: levata di scudi della politica locale

Villa, due ore di attesa agli imbarchi per la Sicilia

Da un ministero all'altro. Attese infinite che tengono la città e anche le due società proponenti il progetto di traghettamento dei mezzi pesanti sullo Stretto "Caronte&Tourist" e "Diano" in ansia. Dopo l'ok del ministero dell'Ambiente con numerose e precise prescrizioni alla valutazione di impatto ambientale tutto il fascicolo è stato trasferito al ministero dei Beni Culturali. Servirà un altro ok per poter aprire i cantieri. La parte di competenza del Mibact serve per capire come e in che modo dovranno essere rispettati durante l'esecuzione dei lavori i vincoli architettonici e storici dell'area.

Non si capisce bene quali siano ma in ogni caso la realizzazione degli approdi nella zona di Pentimele a Nord del porto cittadino porterà a una modificazione urbanistica importante oltre a cambiare radicalmente l'area che, però attualmente è in uno stato di totale degrado e anzi una parte del piazzale- adesso usato come parcheggio dei camionisti- sta cedendo con tanto di ordinanza di divieto di sosta e transito emessa dalla Capitaneria di Porto.

I tempi di rilascio del nuovo parere non sono noti ma comunque lo scoglio più duro per le società è stato superato perché l'iter amministrativo che ha portato all'ok alla Via arrivato il 16 novembre scorso ma conosciuto solo nei giorni scorsi è stato molto travagliato e ricco di stop. Una prima procedura era stata ritirata, poi la ripartenza, la richiesta di integrazione documentale, quindi a febbraio scorso l’emissione di 42 prescrizioni pesanti e gli adempimenti tecnici sollecitati alle ditte. Tutto adempiuto già prima dell'estate scorsa.

Il vice sindaco metropolitano Riccardo Mauro interviene sul caso dei tir al porto e dichiara: «Progetto scellerato, non possono procedere contro la volontà della comunità. Non retrocediamo di un millimetro. È inimmaginabile proporre un tale stravolgimento dell’assetto urbanistico di un’area cosi ampia senza il coinvolgimento delle realtà locali.

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