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Autorità dello Stretto, Villa vuole anche Gioia Tauro

Il porto di Gioia Tauro

È la discussione più articolata dell’intero consiglio comunale quella sulla costituenda Autorità portuale di sistema dello Stretto di Messina: le posizioni politiche emergono chiaramente e sono trasversali all’interno dei due gruppi di maggioranza e minoranza.

Passa a larga maggioranza la proposta del capogruppo del Pd Salvatore Ciccone con l’emendamento proposto dal consigliere di maggioranza delegato ai rapporti con l’autorità portuale Giuseppe Sofi; si astiene la leghista Francesca Porpiglia; vota contro la pentastellata Milena Gioè.

Ciccone propone una delibera che prende le mosse dalla dichiarazione congiunta di Oliverio, Falcomatà e Siclari per il mantenimento del porto di Villa con l’autorità portuale di Gioia Tauro, per tutte le ragioni già da questi manifestate, pur non esprimendo disappunto per la mancanza assoluta di vantaggi (in termini di finanziamenti ed opere) che Villa ha avuto in questi anni di adesione a Gioia Tauro.

In buona sostanza tutti concordano sul nulla di fatto che è derivato a Villa dalla sua adesione a Gioia Tauro: 15 milioni di investimenti previsti ma nessun intervento mai realizzato. E prendendo atto della decisione ormai praticamente assunta dal Governo centrale, la discussione converge su quanto proposto da Sofi e dallo stesso motivato: «Favorevoli all’istituzione dell’autorità di sistema portuale dello Stretto costituita da Villa, Reggio, Messina e Milazzo ma anche da Gioia Tauro e i suoi porti affiliati, dove Villa sia la sede della stessa autorità dello Stretto».

Leggi l'articolo completo su Gazzetta del Sud - edizione Reggio.

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