Al mondo del lavoro in Calabria serviranno 93.900 nuove unità lavorative nel quinquennio corrente, fino al 2028. Un fabbisogno delineato a medio termine da Unioncamere attraverso il Sistema informativo Excelsior, che mira a indicare le necessità della forza lavoro sia nel pubblico che nel privato o tra gli autonomi nei vari settori. Il dato calabrese che indica in poco più di 90mila le unità aggiuntive necessarie deve essere scomposto in due parti: una relativa all’espansione della domanda, l’altra al turnover. Per quanto riguarda la Calabria l’espansione viene indicata in 18mila unità, con un tasso di espansione dello 0.7%; una percentuale, grossomodo in linea con le regioni del Mezzogiorno e più elevata di quella di aree storicamente più performanti del Nord Italia, un aspetto che Unioncamere spiega come «in parte riconducibile agli effetti degli investimenti del Pnrr, sia perché specificamente indirizzati nelle regioni del Sud sia perché indirizzati in settori che risultano particolarmente importanti nel meridione (come nel caso di costruzioni e turismo)».
Differente la situazione del cosiddetto replacement, il turnover, che per la Calabria prevede quasi un fabbisogno di 76mila unità (28.600 nel settore privato), con la necessità di sostituzione che trova maggiore spazio al Nord.
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