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Pnrr, tagli ai progetti infrastrutturali della Calabria

L’ultima rimodulazione rischia di non aiutare la regione a ridurre il divario con il resto d’Italia

Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / dba

È un quadro che rimane complicato quello del Pnrr in Calabria, alle prese con lo spostamento di risorse da progetti infrastrutturali verso i sussidi alle imprese. La spesa-lumaca riscontrata dalla sezione regionale della Corte dei conti ha infatti ripercussioni dirette sulla possibilità di realizzare le varie misure.
Non solo per la stretta decisa dal governo verso gli enti inadempienti, che saranno chiamati a restituire le risorse ricevute, ma anche per la sorte di quegli interventi che finiranno per essere oggetto di rimodulazione o definanziamento. Si tratta peraltro di interventi che già stanno facendo sentire il loro peso su alcune misure le cui risorse sono state dirottate verso altre tipologie di progetti.
L’accelerazione delle procedure relative al Pnrr con il decreto legge 44 del 2023 (rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche) non ha sortito gli effetti sperati dal legislatore.
Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Romeo Ermenegildo Palma, ha scritto a chiare lettere nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che «nel territorio della Regione Calabria l’accelerazione delle procedure del Pnrr appare decisamente esclusa dalla analisi dei dati sull’avanzamento della spesa pubblica operata sia in occasione della recente parifica del rendiconto finanziario 2022 che, ad oggi, dalla consultazione del portale della Regione».

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