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Locazioni, Confedilizia: inaccettabile accanimento contro gli affitti brevi. Iniziativa che avrebbe effetti devastanti per la Calabria

Nella regione è oltremodo prevalente il modello di sviluppo turistico fondato sugli affitti brevi e sull’uso turistico delle normali abitazioni residenziali

Sandro Scoppa

"Da quanto si apprende dalle agenzie di stampa, il Ministro del turismo ha informato le associazioni degli albergatori circa imminenti limitazioni a una particolare tipologia di locazioni, quelle di breve durata. La cosa appare alquanto curiosa. Da quasi un secolo la locazione è regolata in Italia dal Codice civile e da alcune successive leggi speciali: risulta piuttosto strano che il Ministero dedicato al turismo entri in questa delicata materia giuridica. Il fatto, poi, che il Ministro ne parli con i rappresentanti delle imprese alberghiere rende ancora più anomala la vicenda. Gli affitti brevi, peraltro, soddisfano anche esigenze diverse da quelle dei turisti, come lavoro, studio, assistenza a ricoverati ecc". E' quanto si legge in una nota di Sandro Scoppa, presidente regionale di Confedilizia Calabria, l'organizzazione storica dei proprietari di casa che si occupa di tutte le materie che hanno attinenza con la casa

"Ciò detto, Confedilizia intende ribadire ancora una volta alcuni punti fermi.

  1. Il Ministro non ha ancora spiegato perché voglia limitare gli affitti brevi, visto che ha pubblicamente smentito le due motivazioni indicate nel disegno di legge predisposto in materia dal suo Ministero: l’esistenza del fenomeno del cosiddetto overtourism e il fatto che gli affitti brevi avrebbero causato lo spopolamento dei centri storici.
  2. C'è già una legge – di dubbia costituzionalità – che impone di diventare imprenditore a chi destina alla locazione breve più di 4 case. Legge che comunque non tocca i property manager anche quando gestissero 100 case di 100 proprietari diversi. Davvero si vuole insistere su questa strada palesemente sbagliata?
  3. Qualora fosse approvata la bozza del Ministero, anche con le modifiche di cui il Ministro ha parlato con gli albergatori, sarebbero limitate le locazioni brevi ma proseguirebbero indisturbate altre forme di ospitalità in appartamento quali affittacamere, bed and breakfast e case vacanza. Qual è la logica?

Difficile continuare a commentare, se non si ha neppure chiaro quale sia lo scopo dell'ennesima normativa sul tema (al di là delle pressioni di chi vuole avere campo libero nell’ospitalità). Quel che è certo è che si tratterebbe di una grave limitazione del diritto di proprietà, che farebbe a pugni con la nostra Costituzione, e di una misura concettualmente sbagliata, non essendo con i divieti che si governano i fenomeni, bensì con gli incentivi. Oltretutto, determinerebbe inevitabilmente un aumento dei prezzi di alberghi e simili (già esplosi dopo la pandemia) e un dirottamento dei turisti su Paesi diversi dall'Italia, con effetti devastanti per la nostra economia, soprattutto per quella Calabrese, che pone al primo posto il settore turismo. Ciò è anche confermato - conclude la nota di Confedilizia - da alcune ricerche specialistiche, che hanno messo chiaramente in evidenza come nella nostra Regione sia oltremodo prevalente il modello di sviluppo turistico fondato sugli affitti brevi, cioè sull’uso turistico delle normali abitazioni residenziali, e di assoluto rilievo l’impatto sull’economia locale."

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