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Calabria, aumentano i prezzi di alberghi e ristoranti

Inflazione e meteo, l’estate non è partita: tante disdette nei primi 15 giorni di giugno. E dai consumatori arrivano cattive notizie sul carovita

La crisi in Calabria è molte cose diverse che sbocciano insieme lungo lo stesso filare. Un male che è sconforto per i tanti imprenditori, paura per i lavoratori, angoscia per le famiglie. L’inflazione è un vento orbo e inquieto che si muove tra scalate e picchiate all’interno di diagrammi che non danno mai certezze. Ma dentro ogni sua impronta, in ogni suo respiro restano i segni della rovina.
Il leader di Conefesercenti Calabria, Vincenzo Farina, racconta la sofferenza di queste prime settimane buttate via. «Partenza? siamo ancora fermi ai box. Il maltempo ci ha creato grandi difficoltà. E con l’instabilità del clima, abbiamo perso un mese di tempo. Ora le previsioni meteo ci danno speranza, dalla prossima settimana dovrebbe irrompere l’estate. Purtroppo, questo primo scorcio di stagione è stato fallimentare per le nostre aziende: tante prenotazioni sono state disdette durante i weekend. Anche il ponte del 2 giugno è saltato a causa delle condizioni climatiche avverse». Ma non è solo il clima. Il rumore della guerra nel petto dell’Europa, confonde le trame della vita, un po’ come fa il destino da sempre in Calabria. Dopo due anni di pandemia e un anno e mezzo di tensioni geopolitiche, ci ritroviamo cambiati, senza più certezze occupazionali. Le rotte delle disuguaglianze sociali si sono dilatate in questa terra che a fatica stava tentando di riemergere dalle nebbie dell’emergenza sanitaria. Uno scenario che spinge verso il default la nostra già claudicante economia.
Ma, naturalmente, i problemi non sono finiti. Sull’estate rischia di pesare anche il carovita. La fotografia scattata dall’Istituto di statistica di Stato mostra una inflazione che cresce di meno rispetto ad aprile e, in Calabria, si ferma al +7,1% (+7,6% la media nazionale) rispetto a un anno fa. Ma la frenata è influenzata dalla dinamica dei beni energetici che continuano nel loro andamento folle tra picchi e frenate. L’Unione nazionale consumatori ha rielaborato i dati, soffermandosi, in particolare, sulle attività ricettive e su quelle della ristorazione. I servizi di alloggio come alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, risultano più costosi in media nazionale del 13,6% rispetto a maggio 2022. E in alcune città il balzo è assai maggiore. Per quanto riguarda la Calabria, Reggio, con +13,8% è l'unica delle “sorelle” dove si registrano rincari sopra la media del paese per gli alberghi. A Catanzaro, l’impennata è più contenuta (+9,1%), mentre Cosenza è la più virtuosa dove dormire è aumentato solo di un +1,4%. Ma proprio Cosenza non è certo tenera con chi pranza o cena fuori di casa. Il conto del ristorante è cresciuto dell’11,5% ed è la terza città italiana più cara dopo Viterbo e Brindisi. Più accessibili i locali a Reggio (+5,0%) e Catanzaro (+4%).

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