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L’inflazione sta spegnendo la Calabria, a rischio 63mila posti di lavoro

Impennata dei prezzi energetici vacillare la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie. Amarelli (Confindustria): «La crisi mette a rischio la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie e delle filiere produttive»

L'interno di supermercato a Roma. ANSA/ANGELO CARCONI

La crisi morde le basi del nostro mondo diffondendosi con una velocità impressionante come non aveva mai fatto prima. Il suo tanfo marcio filtra attraverso un’inflazione energetica che in Italia ha raggiunto il 45,4%, ben 6.9 punti in più del 38,6% che si registra mediamente nell’Eurozona. In Calabria, aziende e famiglie, vivono in un tempo che non esiste più, il giorno e la notte, le ore e i minuti si confondono in mezzo all’angoscia di non farcela a superare questa pericolosa curva della storia.
Attività col fiatone Il presidente di Confindustria Cosenza, Fortunato Amarelli, ha rilanciato il disperato appello delle imprese e dei lavoratori: «L’emergenza energetica, insieme alla fiammata dell’inflazione che da mesi mette a rischio la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie e delle filiere produttive, desta particolare preoccupazione in tutto il Paese, ma ancora di più in un territorio come quello regionale che sconta un quadro di fragilità maggiore rispetto al resto del territorio nazionale. Gli incrementi fuori controllo dei prezzi del gas, che hanno raggiunto il 700 per cento, e dell’energia elettrica, cresciuta del 200 per cento, stanno causando conseguenze gravissime per imprese e famiglie, già duramente provate dal periodo pandemico.

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