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Calabria, Comuni con i bilanci in rosso: il rialzo dell’Irpef costerà 72 euro

Il decreto Aiuti concede alle amministrazioni locali di aumentare le addizionali

Una nuova tegola potrebbe abbattersi sulla testa di migliaia di contribuenti calabresi. L’aumento delle addizionale Irpef, possibile in quelle città dove il deficit pro-capite è superiore a 500 euro, potrebbe costare in media 72 euro a testa. I calcoli li ha fatti la Uil, con la segretaria confederale Ivana Veronese che punta il dito contro un «governo che con una mano aiuta i cittadini più in difficoltà a causa degli effetti della crisi pandemica e della guerra e con l’altra toglie attraverso possibili aumenti di imposte locali».
L’articolo 43 del decreto Aiuti, recentemente approvato a Palazzo Chigi e pubblicato in Gazzetta ufficiale, dice che i Comuni capoluoghi di provincia e le Città metropolitane con un deficit superiore a 500 euro per abitante potranno, nell’ambito dei piani di risanamento, aumentare l’addizionale Irpef anche oltre l’aliquota massima dello 0,8 per cento consentita finora. A Vibo Valentia, per esempio, il bilancio 2020 si è chiuso con un disavanzo di 32,5 milioni e un debito per abitante pari a 1.026 euro; a Catanzaro, invece, il 2020 si è chiuso con un deficit di 71 milioni e un passivo, per ogni residente, pari a 820 euro.
Qualche mese sotto i riflettori era finito il passivo di Reggio Calabria, che assieme ad altre grandi città italiane come Palermo e Torino è riuscita a rientrare nei Patti con il governo e ottenere una serie di agevolazioni per ripianare i propri debiti. Ed è proprio per tale motivo che da Palazzo San Giorgio, sede del Municipio reggino, si sono già affrettati a far sapere che non c’è l’intenzione di procedere ad aumento dell’addizionale Irpef. La spinta al rialzo non è obbligatoria.

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