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Calabria, la “bomba” tirocinanti agita la politica

Rapporti di lavoro (quasi) scaduti per gli oltre 6.500 precari con uno stipendio mensile pari a 500 euro

Padri, madri, giovani laureati, perfino... nonni. Il variegato esercito dei tirocinanti calabresi è lo specchio della difficile realtà lavorativa calabrese. Promesse tradite, progetti di stabilizzazione prima annunciati e poi svaniti nel nulla. Un dato è certo: partiti e candidati alle prossime elezioni regionali dovranno fare i conti con una vera e propria “bomba” sociale a rischio esplosione. C’è un elefante nella stanza e sarebbe il caso che qualcuno ne prendesse atto. Ad oggi i tirocinanti risultano essere 6.520: di questi, 4.710 sono impiegati negli enti pubblici, 843 dipendenti del ministero della Giustizia, 567 dell’area Mibact (impiegati in musei, parchi archeologici) e 400 impiegati nelle scuole come assistenti di base. Lo stipendio? Cinquecento euro mensili. E settembre, il mese della deadline per molti di loro si avvicina, e lo spettro della disoccupazione diventa sempre più ingombrante.

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