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Lavoratori Carrefour, i sindacati calabresi alla politica: "Non dormite"

carrefour

La situazione dei lavoratori e delle lavoratrici che operavano nei supermercati e gli ipermercati a marchio Carrefour nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia è ancora precaria nonostante tutti gli sforzi e le determinazioni che le organizzazioni sindacali hanno messo in campo nei mesi precedenti, fino ad arrivare alla manifestazione tenutasi il 26 marzo scorso davanti al centro commerciale “Due Mari” e alla successiva sottoscrizione degli accordi sugli ammortizzatori sociali.

Ad oggi non si ha certezza né sui passaggi di tutti i dipendenti nelle aziende amministrate dal “gruppo Perri” né è noto se il consulente incaricato dall'azienda abbia presentato richiesta di ammortizzatori sociali nonostante i verbali sottoscritti dopo una lunga e faticosa trattativa svoltasi, come d'intesa in data 30 marzo.

Come si può, chiediamo a chi ha responsabilità politiche e istituzionali, di fronte alla sorte incerta di più di 200 lavoratori, restare a guardare come stanno continuando a fare istituzioni e forze politiche, che non hanno speso una parola, una preoccupazione, un gesto di solidarietà?

Ringraziamo le forze politiche e sociali presenti alla manifestazione del 26 marzo, ma diciamo loro che senza una presa di posizione netta dei propri rappresentanti istituzionali regionali e nazionali, il loro gesto di vicinanza rischia di essere interpretato come una passerella consumata sulle spalle e sull'angoscia di lavoratrici e lavoratori.

"Nessun dorma! Nessuno rimanga a guardare - ribadiscono i sindacati - perché non è più concepibile che dopo circa quattro mesi di mancanza di lavoro e reddito, da parte delle Istituzioni non arrivino segnali di vicinanza concreta nei confronti di queste persone".

Le Segreterie Regionali di Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL della Calabria annunciano un'iniziativa di mobilitazione per la prossima settimana se nelle prossime ore non si avranno risposte certe e garanzie concrete da parte delle aziende del “gruppo Perri” rispetto alla salvaguardia occupazione di questi lavoratori.

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