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Recovery plan, tre priorità per il Sud

I docenti delle università calabresi e siciliane rilanciano su autostrade, Alta velocità ferroviaria e portualità

alta velocità ferrovie

Sono entrambe italiane le due regioni che, in tutta Europa, hanno il tasso di rischio sociale più alto e più basso. Nella differenza tra Bolzano (8,5%) e la Sicilia (52,1%), affiancata da Calabria e Campania nelle più alte percentuali di rischio di povertà la pandemia non ha fatto altro che aggravare. Su queste premesse i docenti di Trasporti e di Costruzioni di strade, ferrovie e aeroporti di tutte le Università calabresi e siciliane hanno redatto un documento che contiene riflessioni e proposte sugli interventi sul sistema dei trasporti al Sud da inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che potrebbe rappresentare l’ultima spiaggia per sovvertire un trend di sottosviluppo a cui il Meridione sembrava condannato già prima del Covid. Non c’è molta “accademia”, nel documento, bensì un certo grado di concretezza avvalorato dal fatto, abbastanza raro in certi ambienti, di aver trovato una sintesi unitaria da sottoporre alla politica e alla classe dirigente.
Gaetano Bosurgi (Università di Messina), Salvatore Damiano Cafiso (Università di Catania), Massimo Di Gangi (Università di Messina), Demetrio C. Festa, (fuori ruolo, Università della Calabria), Anna Granà (Università di Palermo), Matteo Ignaccolo (Università di Catania), Francesco Russo (Università Mediterranea di Reggio Calabria) e Giovanni Tesoriere (Università Kore di Enna) hanno individuato tre interventi «che non possono mancare» nel programma di investimenti che l'Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation Eu per evitare che il Sud venga ulteriormente isolato dal resto del Paese.

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