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Il Covid colpisce l'economia calabrese, l'occupazione si è ridotta del 4,8%

Banca d'Italia

«Nella prima parte del 2020, l’economia calabrese è stata fortemente interessata dagli effetti della pandemia di Covid-19». Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel periodico rapporto sull'andamento congiunturale dell’economia in Calabria.

«In particolare - spiega la Banca d’Italia - le misure di distanziamento e la chiusura parziale delle attività tra marzo e maggio, necessarie per contenere la diffusione del contagio, hanno avuto pesanti ricadute sull'attività economica. La domanda di beni e servizi è nettamente calata, anche a causa delle conseguenze della crisi su fiducia e redditi dei consumatori, a cui si e associato un aumento del risparmio precauzionale».

Nel rapporto, la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia rimarca come anche «il mercato del lavoro calabrese ha risentito rapidamente delle ripercussioni dell’emergenza Covid-19. Nel primo semestre del 2020 l’occupazione si è ridotta significativamente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto tra gli autonomi e i lavoratori dipendenti a termine, mentre il calo del lavoro dipendente a tempo indeterminato è stato contenuto dal blocco dei licenziamenti e dall’ampio ricorso agli strumenti di integrazione salariale. A partire da luglio, le posizioni perse nel lavoro dipendente sono state gradualmente recuperate. A fronte del peggioramento delle prospettive occupazionali, il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e degli altri interventi di sostegno al reddito ha contribuito a sostenere i consumi delle famiglie, comunque risultati pesantemente condizionati dai vincoli alla mobilità e dal netto peggioramento del clima di fiducia. In particolare, le famiglie hanno operato una ricomposizione della spesa, riducendo i consumi di beni non essenziali. Cio si è riflesso anche in un deciso rallentamento dei prestiti alle famiglie, che ha riguardato sia il credito al consumo sia i mutui per l’acquisto di abitazioni».

Quanto al credito bancario, secondo la Banca d’Italia «ha gradualmente accelerato, sospinto dalla componente delle imprese. L’emergenza Covid-19 non si è riflessa in un peggioramento della qualità del credito, beneficiando degli interventi governativi e delle politiche monetarie e regolamentari accomodanti. In un contesto di elevata incertezza sulle prospettive, la crescita dei depositi bancari si è ulteriormente rafforzata, sia per le famiglie sia per le imprese». Il rapporto della Banca d’Italia viene presentato oggi in una conferenza stampa dal direttore della filiale di Catanzaro dell’istituto, Sergio Magarelli, e dagli estensori Giuseppe Albanese (coordinatore), Tonino Covelli, Iconio Garri, Enza Maltese e Graziella Mendicino.

«Con la fine del lockdown si è avviata una ripresa dell’attivita economica, insufficiente tuttavia a compensare la forte caduta registrata nei mesi precedenti. L’operato di imprese e famiglie è rimasto ancora condizionato dall’incertezza legata al riacutizzarsi della pandemia e al collegato rischio di nuove ricadute economiche». Bankitalia inoltre segnala «una diminuzione significativa del fatturato delle imprese nei primi nove mesi dell’anno, risultata più intensa per il settore dei servizi privati. Vi si è accompagnata una diffusa revisione al ribasso dei piani di investimento programmati per l’anno in corso. Il brusco calo delle vendite registrato durante il lockdown ha sottoposto le aziende ad uno shock economico e finanziario rilevante. In concomitanza con il forte incremento del fabbisogno di liquidità - sostiene l’istituto nel rapporto - il credito alle imprese ha accelerato, sostenuto dalle misure adottate dalla Bce e dal Governo. La crescita dei prestiti registrata a giugno ha riguardato con maggiore intensità le imprese di piccole dimensioni e quelle dei servizi».

«In un contesto di strutturale debolezza, il mercato del lavoro calabrese ha risentito rapidamente delle ricadute negative prodotte dall’emergenza Covid-19». A sostenerlo è la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel periodico rapporto sull'andamento dell’economia in Calabria.

«Secondo la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nella media del primo semestre del 2020 - evidenzia Bankitalia - l’occupazione in Calabria si è ridotta del 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale variazione è stata notevolmente peggiore di quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, -1,7 e -2,6%), come già accaduto durante la precedente crisi del debito sovrano. Il calo è stato particolarmente marcato per la componente dei lavoratori autonomi. Seppur in misura inferiore per effetto degli strumenti di integrazione salariale e del blocco dei licenziamenti, è diminuita anche l’occupazione dipendente. Il calo si è concentrato principalmente sulla componente dei lavoratori con contratti a tempo determinato».

Nel complesso, rileva la Banca d’Italia ,"il tasso di occupazione semestrale delle persone tra i 15 e i 64 anni di età è sceso al 39,1% (dal 40,1 dello stesso periodo del 2019). Anche il tasso di disoccupazione si è però ridotto (al 21,2%; era 22,7% nel primo semestre 2019): i costi connessi alla ricerca di un impiego sono notevolmente aumentati a causa delle misure di distanziamento fisico, con conseguente ampliamento dello scoraggiamento e relativo calo dell’offerta di lavoro. Il tasso di attività, infatti, si è ridotto sensibilmente, scendendo al 50,1% (dal 52,2 dell’anno precedente). Anche la componente femminile è stata più penalizzata dall’emergenza, in parte a seguito del peggiore andamento del settore dei servizi».

Il rapporto, inoltre, specifica che «oltre che il blocco ai licenziamenti, anche lo strumento della Cassa integrazione guadagni (Cig) ha contribuito a sostenere l’occupazione alle dipendenze. Nei primi nove mesi dell’anno il numero di ore autorizzate di Cig in Calabria è stato nettamente superiore a quello delle precedenti recessioni, arrivando complessivamente a sfiorare i 26 milioni di ore. Inoltre, alla Cig si sono aggiunte anche le misure di integrazione salariale erogate attraverso i Fondi di solidarietà, che nei primi nove mesi dell’anno hanno superato gli 11 milioni di ore autorizzate». Con riferimento alla misura destinata ai lavoratori autonomi rappresentata dalle indennità Covid-19 del «Decreto Cura Italia» (cosiddetto bonus 600 euro), segnala infine Bankitalia, «secondo i dati Inps aggiornati al 19 giugno, in Calabria sono stati erogati quasi 170.400 bonus. Il numero di sussidi in rapporto alla popolazione tra i 15 e i 70 anni ha raggiunto il 12,2%, attestandosi ad un livello superiore sia alla media nazionale che a quella del Mezzogiorno (rispettivamente 9,5 e 9,77%)».

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