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Ponte sullo Stretto, confronto fra tecnici e politici a Reggio Calabria: è la soluzione giusta

Due giorni di confronti sul Ponte sullo Stretto di Messina, su iniziativa della senatrice di Italia Viva, e vicepresidente della commissione Lavori Pubblici e comunicazioni, Silvia Vono. Tecnici, politici, docenti universitari si sono incontrati per dire la loro su una delle infrastrutture italiane più discusse, e anche più affascinanti, di sempre.

Un sì all'opera arrivato anche da Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio, che oggi è intervenuto telefonicamente al convegno di Reggio: "Costa più non farlo che farlo noi abbiamo un problema, che è assurdo, l'ideologia deve essere bloccata. Questa cosa libera dall'isolamento la Calabria e mette al centro un grande investimento sul futuro".

"Il ponte - ha aggiunto la senatrice Vono - è un'opera prioritaria per l'Italia anche a livello internazionale. Entro il 15 ottobre noi dobbiamo presentare necessariamente le richieste del recovery fund con dei progetti validi e quale miglior progetto del ponte?" .

"Io sono da sempre affascinato dall'idea della realizzazione di quest'opera, molto spesso in perfetta solitudine. Il Ponte sullo Stretto serve all'Italia, al mezzogiorno e serve ad una generazione politica che vuole avere l'ambizione di lasciare un segno di sè per dimostrare che, in quanto a tecnologia e tecnica possiamo essere i primi del mondo perché questo sarebbe anche il valore simbolico di questo ponte". Lo ha detto, intervenendo al convegno in corso a Reggio Calabria, il sottosegretario al Mit, Salvatore Margiotta.

"C'è la solita polemica un po' stantia - ha aggiunto Margiotta - sul fatto che non bisogna fare il ponte se prima non si fanno le altre cose e questo é parzialmente vero. Io dico che bisogna fare tutto e tutto insieme. C'è una discussione su un tunnel o sul ponte e qui esprimo un parere del tutto personale perché il ministero si esprimerà attraverso la commissione che ha insediato. Io sono convintissimo che si arriverà nuovamente, come già successe 30-40 anni fa, a dire che la soluzione giusta è quella del ponte. Le pendenze richieste dai treni richiederebbero tratti di galleria in Calabria per entrare e in Sicilia per uscire di decine di chilometri sottoterra. Il che porterebbe a spese forti e porterebbe anche a tagliare fuori le città principali dalla possibilità di accedere alle stazioni". "L'importante - ha concluso il sottosegretario al Mit - è non perdere quest'occasione che le forze riformiste di governo devono saper sfruttare fino in fondo."

 

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