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Prestiti garantiti dallo Stato in Calabria, l'affondo di Confcommercio: "Banche non aiutano"

Tiro incrociato sulle banche da parte di Confcommercio Calabria Centrale e Codacons. Dalle rispettive posizioni le due associazioni chiamano in causa gli istituti di credito per la gestione della liquidità stanziata dal governo per sostenere la ripresa dell'economia attraverso i prestiti alle imprese. Confcommercio parte proprio dalla grave crisi economica causata dall'emergenza sanitaria che minaccia anche la ripresa di tante attività, «soprattutto piccole e medie imprese che, in assenza di aiuti concreti, cesseranno di esistere per sempre». Per l'associazione di categoria la situazione si è aggravata «a causa dell'insufficienza delle misure adottate per affrontare una situazione economico-finanziaria senza precedenti e da gravi lungaggini burocratiche, prime tra tutte quelle degli istituti di credito. La loro inerzia - afferma in una nota - ha provocato ingiustificati e gravi ritardi nella erogazione di aiuti economici alle imprese ormai quasi al collasso».

Già nei giorni scorsi critiche erano state rivolte già da esponenti del Centro studi politico-sociali “Don Francesco Caporale” di Catanzaro - Alberto Tiriolo, Fulvio Scarpino, Costanza Santimone, Massimo Maruca, Antonio Torchia e Saverio Macrina - che avevano chiesto alle banche «semplificazione e celerità», denunciando, in caso contrario, «una responsabilità anche morale degli istituti di credito, e di coinvolgimento colposo nella cancellazione dal panorama produttivo di migliaia di aziende e imprese».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria

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