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Concorsi pubblici, dodici mesi di proroga per gli idonei calabresi

Dodici mesi di ulteriori speranze per gli idonei calabresi nei concorsi pubblici. Tra loro vanno ricompresi anche decine di persone che hanno sostenuto una selezione pubblica per accedere nelle strutture sanitarie calabresi, da tempo alle prese con un’atavica carenza di personale.

La boccata d’ossigeno - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - potrebbe adesso arrivare dall’approvazione di un emendamento al decreto “salva imprese” - in fase di conversione - che è stato presentato nelle scorse ore al Senato dal relatore al provvedimento, Gianni Girotto (M5S), d’intesa con il governo.

Nel testo viene previsto lo slittamento al 30 settembre 2020 della validità delle graduatorie relative al triennio 2012-2014, scadute lo scorso 30 settembre. Diventerebbero valide, sempre fino al 30 settembre del prossimo anno, anche le graduatorie del 2015 che sarebbero scadute il 31 marzo 2020. La validità delle graduatorie approvate nel 2017, al contempo, sarà estesa fino al 31 marzo 2021, mentre quella delle graduatorie approvate nel 2018 sarà prorogata fino al 31 dicembre 2021.

In questo modo tutte le graduatorie dal 2012 al 2015 verrebbero allineate alla scadenza di quelle del 2016. Ma così procedendo, cadrebbero le possibilità di assunzione per migliaia aspiranti dipendenti pubblici risultati idonei nei concorsi sostenuti prima del 2012. Le graduatorie del biennio 2010-2011, scadute a fine settembre, non saranno infatti prorogate. Il provvedimento resterà ancora per qualche giorno a Palazzo Madama, al vaglio della commissione lavoro.

Quanto previsto dall’emendamento firmato dal pentastellato Girotto non riguarda la scuola, relativamente alla quale le graduatorie di merito del concorso 2016 dovrebbero essere prorogate grazie al decreto “salva precari”, frutto dell’intesa stipulata nei giorni scorsi tra il ministero dell’Istruzione e i sindacati, che prevede anche il concorso straordinario per precari con tre anni di servizio.

Precari sanità. Ormai svanito il progetto di inserire una norma salva precari nel decreto “salva imprese” - lo stesso che contiene la proroga dei contratti dal 31 ottobre al 31 dicembre per gli oltre quattromila ex Lsu-Lpu calabresi -, si cercano soluzioni alternative per salvare i precari della sanità calabrese che dopo aver terminato i 48 mesi di contratti a termine, si sono visti recapitare le lettere di licenziamento.

Il nodo è sempre quello dei precari - circa 1.200 in totale, secondo i calcoli promossi dalle organizzazioni sindacali - che dopo aver maturato un’anzianità di servizio pari a 48 mesi, si sono visti recapitare le lettere di licenziamento. La Regione da tempo chiede lo spostamento della finestra prevista dalla legge Madia: ha diritto alla stabilizzazione chi aveva maturato 36 mesi di servizio al 31 dicembre 2017; adesso si propone di avanzare il termine fino al 31 dicembre 2019, coinvolgendo appunto circa 1.200 lavoratori a tempo determinato.

È su questi binari che sta andando avanti l’interlocuzione tra la Cittadella e il ministero della Salute. Dal dicastero guidato da Roberto Speranza non è arrivata una chiusura netta rispetto alla possibilità di assicurare un futuro a operatori fondamentali per la tenuta in vita di interi reparti ospedalieri. Si lavora, insomma, per trovare una soluzione rispettosa delle normative vigenti e in grado di assicurare un futuro lavorativo a centinaia di persone.

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