Nella città con i salari medi annui più bassi d'Italia, dei più alti tassi di disoccupazione giovanile, della continua desertificazione aziendale, anche il commercio soffre una sua particolare crisi.
Sempre più negozi chiudono. Piccole o medie attività commerciali non resistono al drastico calo delle vendite. Colpa della crisi economica che continua a mordere, verrebbe da pensare. Ma non è del tutto giusto: nel delicato circuito economico vibonese, nel circolare ordine di produzione e consumo, il nodo della vendita di beni di consumo non è strettamente legato al reddito disponibile delle famiglie. Lo sanno bene i commercianti, particolarmente quelli di corso Vittorio Emanuele - il centro storico e nevralgico della città - i quali più di tutti sentono i morsi di una domanda di acquisto che si comprime, che si sposta altrove.
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