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Costabile nella storia. La Calabria ha il suo Oscar

C’è un vento che soffia dagli appennini calabresi alla dotta Bologna e spera di arrivare fino alle collinette di Hollywood, portando con sé il profumo della terra d’origine e il sapore dell’inaspettato. È il vento che ha spinto Francesco Costabile, quarantaquattrenne regista dalle radici profonde nel Sud, verso una nomination che ha il sapore del prodigio: “Familia” rappresenterà l’Italia nella corsa agli Oscar 2026 per il miglior film internazionale.
La decisione della commissione Anica ha colto tutti di sorpresa, come un fulmine a ciel sereno che illumina paesaggi nascosti. Anche il cineasta cosentino, che in una delle sue prime dichiarazioni ha confessato candidamente di aver pensato a uno scherzo telefonico. Così, la seconda pellicola in carriera di Costabile si è concessa il lusso di precedere nomi illustri – Martone, Salvatores, Rosi, Avati – in una scelta coraggiosa e preziosa. È la vittoria della Calabria che non si arrende, della provincia che sa parlare al mondo senza perdere la propria anima.

Da Cosenza a Bologna, il percorso di Costabile è quello di chi porta sempre con sé le proprie radici, come semi di passione nascosti nel cuore e pronti a germogliare. Laureato al Dams nella città delle Due Torri, ha costruito la sua vita dividendosi tra l’arte del cinema e l’insegnamento a scuola, dove forma giovani menti nei laboratori tecnici di grafica e comunicazione. È l’equilibrio perfetto tra il sogno e la realtà, tra la poesia dell’immagine e la concretezza del quotidiano. “Familia” nasce da questa duplice natura: è un film che sa essere universale rimanendo profondamente radicato. La violenza domestica, tema centrale dell’opera, viene raccontata con la delicatezza di chi conosce il dolore ma anche la forza della rinascita. È un cinema che non urla ma sussurra. Evita di esprimere giudizi. Lascia trapelare un sospiro di speranza in mezzo a un mare magnum di drammaticità.
La storia è tratta da una storia vera e ispirata al libro “Non sarà sempre così”, scritto proprio da uno dei protagonisti delle vicende narrate, Luigi Celeste.

Il regista calabrese rappresenta una nuova generazione di cineasti che non hanno bisogno di rinnegare le origini per conquistare il mondo. La sua Calabria lascia l’effetto cartolina per farsi sostanza. Senza folklore. È la terra che ha forgiato il suo sguardo, rendendolo capace di guardare oltre le apparenze, di scavare nell’animo umano con la pazienza di chi conosce il peso di certe storie e la forza del cambiamento.
Così, mentre il cinema italiano celebra questa scelta inaspettata, Francesco Costabile continua la sua doppia vita tra aule e set, tra studenti e attori, tra Bologna e il mondo. Sognando le collinette losangeline. Con quello stesso senso della normalità che ha reso “Familia” un film speciale. Che nasce dalla vita vera, da chi sa che l’arte più autentica è quella che non dimentica mai da dove viene. Ora il Sud guarda Hollywood con occhi diversi, sapendo che uno dei suoi figli, forse, porterà lassù un film e un pezzo di quella terra antica che riesce ancora a stupire il mondo.

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