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“Mare Fuori” si prende il palcoscenico e approda in Calabria e Sicilia

Il musical tratto dalla serie televisiva di culto sbanca al Sud. Con la regia di Alessandro Siani, l’amatissima colonna sonora e alcuni degli interpreti più popolari. Parlano Andrea Sannino (l’educatore Romano) e Giulia Luzi (direttrice del carcere)

Prova ampiamente superata. La fiction tv «Mare Fuori» ha il suo omonimo musical teatrale di qualità. In attesa della quarta stagione televisiva (dal 1. febbraio su RaiPlay, dal 14 su Rai2), il pubblico ha accolto benissimo questa “divagazione” teatrale. E dopo lo scoppiettante debutto all’Augusteo di Napoli del 14 dicembre, le date nel capoluogo partenopeo si sono moltiplicate. Naturalmente sono andate tutte sold out, replicando lo strabordante successo televisivo. Grazie a L’Altro Teatro, guidata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno “Mare fuori, il musical” sbarca in Calabria e in Sicilia: due date al Cilea di Reggio, 23 e 24 gennaio, tre al Rendano di Cosenza, 26, 27 e 28 gennaio e due al teatro Duemila di Ragusa, 22 e 23 marzo.
A dirigere magistralmente il musical c’è Alessandro Siani. Al debutto nella regia teatrale, l’artista napoletano è riuscito benissimo a dare una forte personalità al suo spettacolo pur mantenendo storia e personaggi che hanno spopolato sul piccolo schermo. E non era facile. Dopo un boom come quello della serie televisiva, i desideri del pubblico sono piuttosto “conservatori” e l’equilibrio tra il “vecchio” e il nuovo cammina su un filo sottile. Per intenderci, la differenza ci si aspetta sia “solo” quella di vedere all’opera i propri beniamini a un palmo di naso. Ebbene, Siani è stato molto abile perché è riuscito a non snaturare pathos, vicende e personaggi pur raccontandone le peripezie in maniera diversa. Quello sguardo verso l’infinito “mare fuori” che si scorge dal carcere per minorenni di Nisida è sembrato ancor più carico di speranze, di redenzione, di riscatto.
«Insieme a tutto il cast di Mare Fuori affrontiamo questa nuova sfida e riflettiamo su questa gioventù bruciata, figlia di un destino amaro e inaccettabile – ha detto Alessandro Siani – . Gli occhi dei ragazzi, le voci, la musica, l’anima e le risate amare sono pronte ad abbracciare il pubblico».
E poi c’è la colonna sonora. Immancabili i pezzi da novanta della serie. Col pubblico pronto ad alzarsi per intonare insieme con i protagonisti «O mar for», «Tik-tok» e «Origami all'alba». Ma spiccano anche tanti pezzi nuovi di zecca che promettono di diventare tormentoni. Nel mezzo, il racconto delle vicende che hanno condotto i ragazzi in prigione, figli di una delinquenza minorile spietata, manovalanza della camorra, vittime inconsapevoli di una sorte beffarda, succubi di un destino che sembra ineluttabile. Ad animare la scena ci sono 22 artisti, alcuni provenienti direttamente dalla serie televisiva come Maria Esposito, che interpreta Rosa Ricci, Enrico Tijani nei panni di Dobermann, Antonio Orefice e Giuseppe Pirozzi, rispettivamente Totò e Micciarella, e Antonio D'Aquino che è Milos. Tra le star c’è Andrea Sannino, alias Beppe Romano, l’educatore del carcere minorile in cui è ambientata la storia.
Attore e cantante, Sannino è stato già protagonista, nel 2010, del famosissimo musical «C’era una volta… Scugnizzi», di Enrico Vaime e Claudio Mattone, figlio dello «Scugnizzi» (1989) cinematografico di Nanny Loi che raccontò per primo, anch’esso dal carcere di Nisida, le brutture della camorra e il suo “reclutamento” dei ragazzini napoletani. E come per tutto il cast, anche per Andrea Sannino è un banco di prova non indifferente misurarsi in un musical così pieno di aspettative.
Non è sempre facile che una trasposizione funzioni, al musical di «Mare fuori» è accaduto. Prova a svelarci il segreto di questo successo…
«L'età dei protagonisti! Raccontiamo un dramma, una tragedia che avviene in un istituto minorile, e ciò avvicina una categoria generazionale che si può immedesimare in quelli che sono i rischi che comporta una scelta del genere. Sebbene “Mare fuori” ci sveli che spesso non è una scelta, ma sono dinamiche casuali che portano i ragazzi in posti come quello di Nisida».
Con buona pace del maestro Stanislavskij, quanto c’è della tua esperienza adolescenziale da ragazzo di strada nell’interpretazione di Beppe Romano, l’educatore?
«In realtà sì, c'è tanto di me in Beppe, perché vengo da Ercolano, una realtà complicata, meravigliosa, ma comunque provincia di Napoli. E guardare negli occhi il disagio mi ha aiutato nell’interpretazione. Ho attinto molto in me stesso senza tante difficoltà se non quella di reggere il confronto con un grande attore quale Vincenzo Ferrera che interpreta Beppe nella serie. L’ho sentito e mi ha dato dei consigli preziosi».
Tra gli interpreti del musical c’è anche Giulia Luzi nelle vesti della direttrice dell’istituto minorile, famosa per aver dato la voce ad Hannah Montana, la protagonista dell’omonima fiction Disney, e per aver partecipato a due serie italiane seguitissime come «I Cesaroni» e «Un medico in famiglia».
Giulia, come ti sei preparata a interpretare un ruolo così delicato come quello della direttrice del carcere minorile dov’è ambientata la storia?
«Con Alessandro Siani abbiamo deciso di creare un ruolo ex novo che prendesse delle cose di entrambe le direttrici della serie (che sono persone diverse). Se vogliamo trovare una somiglianza fisica sicuramente sono più vicina a Sofia, però poi faccio delle cose forse più proprie di Paola. È un ruolo molto distante da quelli che ho interpretato finora, ma avevo voglia di interpretare un personaggio che potesse farmi misurare con la mia parte più adulta e più matura».
Alle latitudini italiane, i musical non sono ancora riusciti a sfondare. Se ne producono un buon numero, ma le presenze in cartellone, nei vari teatri, sono ancora po chine… come mai?
«Forse perché ci sono pochi investimenti importanti. Sono nell'élite teatrale perché ho fatto Romeo e Giulietta e Notre-Dame de Paris. “Mare fuori” è un musical con un grande investimento, ma anche un'operazione azzeccatissima in un momento in cui la serie sta toccando un picco di popolarità e di consenso. Speriamo che faccia proseliti…».

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