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La mafia "Fuori dai confini", il nuovo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso

Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
Una mafia "totale". Capace di operare in più continenti dopo aver "colonizzato" molte regioni italiane e aperto la scalata al Vecchio Continente. La 'ndrangheta è ormai una emergenza mondiale come sottolineano nel libro "Fuori dai confini" (204 pagine, edito dalla Mondadori) Nicola Gratteri, procuratore distrettuale di Catanzaro e Antonio Nicaso, docente universitario in Canada, giornalista e scrittore con alle spalle una enorme produzione saggistica in Nordamerica e in Italia. Gratteri ha impegnato tutta la sua vita professionale nella lotta a boss e picciotti calabresi, prima come pm a Locri, poi come magistrato antimafia a Reggio e, adesso, come capo della magistratura inquirente del capoluogo di regione. La sua visione del fenomeno è globale e con il professore Nicaso arricchita da elementi storici, economici e sociali.
Il procuratore di Catanzaro dalle pagine di questo volume lancia pure un allarme da non prendere sotto gamba: le armi confluite in Ucraina per sostenere lo stato dell'est europeo contro la Russia nella guerra scoppiata nel febbraio scorso, rischiano di finire sul mercato nero come già accaduto durante la guerra nella ex Iugoslavia. «Esplosivo potentissimo, armi di ultima generazione rischiamo di ritrovarcele - afferma Gratteri - negli arsenali delle mafie che potrebbero acquistarli da mercanti internazionali abituati a razziare materiale bellico in giro per il pianeta». Il libro "Fuori dai confini" offre moltissimi spunti di riflessione sui mafiosi calabresi e la loro capacità di replicare modelli criminali in ogni angolo del Pianeta.
 «Il volume - spiega Antonio Nicaso - fa capire che ormai la Calabria e l'Italia stiano diventando marginali negli interessi della 'ndrangteta,. Sul fronte degli investimenti e del riciclaggio la mafia calabrese va alla ricerca di giurisdizioni opache che consentano azioni di reinvestimento dei grossi capitali acquisiti attraverso gli affari illeciti. Oggi la 'ndrangheta, che non ha mai smesso di avere rapporti con la terra di origine individuata come la culla da cui trarre sempre nuove energie, si muove verso dimensioni ibride, guardando al traffico di cocaina come a quello delle metanfetamine, conquistando altri mercati. I boss hanno in Germania il cuore pulsante e stanno mettendo radici in Asia, guardando pure all'Australia dove vendono la "coca" e le droghe sintetiche con enormi margini di guadagno. Le droghe sintetiche appaiono come la nuova frontiera dei mafiosi calabri perchè garantiscono guadagni enormi. Un chilo di fentamil costa 1500 dollari e da un chilo puoi ricavare migliaia e migliaia di pasticche rivendute sul mercato al dettaglio a cinque o dieci dollari ciascuna. I margini di guadagno sono impressionanti. Gli 'ndranghetisti sono oggi attenti alle criptovalute, ai social e hanno rapporti sia con i cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco Nueva Generation che con i colombiani e i brasiliani.  Gli ndranghetisti acquistano le droghe sintetiche in Spagna e non ci sono elementi che dimostrino se i calabresi siano pure in grado di produrle direttamente e in autonomia. A livello internazionale, là dove si sono insediate, le 'ndrine hanno riprodotto lo schema adottato in Italia nei rapporti con gli imprenditori e con la politica. Ne abbiamo dimostrazione in Canada, Germania e Australia e in alcune aree dell'Est d'Europa». Insomma, il "cancro" è sempre più in espansione.

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