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"Il complotto dei Calafati", tutto comincia da una colletta per la Calabria

L’autore è Francesco Abate, 57enne giornalista e scrittore, che ambienta il suo nuovo giallo storico nell’immediatezza del terremoto che ha sconquassato la Calabria nel settembre del 1905

Clara Simon, dov’eravamo rimasti? Dopo il successo della sua prima avventura – «I delitti della salina», del 2020, che rivelò un nuovo irresistibile personaggio femminile – la giornalista investigativa di sangue misto torna in azione ne «Il complotto dei Calafati», pubblicato da Einaudi Stile Libero (pp.272 €17,50). L’autore è Francesco Abate, 57enne giornalista e scrittore, che ambienta il suo nuovo giallo storico nell’immediatezza del terremoto che ha sconquassato la Calabria nel settembre del 1905, occasione propizia perché appena un mese dopo la società civile sarda si riunisca per raccogliere fondi per i terremotati con una serie di iniziative filantropiche chiamando in causa la nobiltà e la borghesia isolana.

L’ambientazione storica è un punto di forza di Abate e il contesto è narrato con cura dall’autore, spunto propizio per questo nuovo giallo che si apre con un fatto di sangue nella necropoli punica di Tuvixeddu, la città dei morti dentro Cagliari. Un mese dopo i fatti de «I delitti della Salina» e nonostante il suo apporto fondamentale, Clara sta ancora combattendo la sua battaglia contro il pregiudizio; la chiamano «la bizzosa mezzosangue» e lei – figlia del capitano di marina Francesco Paolo Simon, disperso in guerra, e di una donna cinese del porto, morta durante il parto – oggi vive con il nonno, Ottavio Simon, facoltoso proprietario della Compagnia di Navigazione Simon.

«La ragazzina dagli occhi a mandorla» – come l’ha ribattezzata chi la vuol dileggiare – sta seguendo cocciutamente la propria passione giornalistica e se i suoi primi pezzi erano stati pubblicati con la firma di Ugo Fassbender – la sua spalla nelle indagini sul campo – Miss Simon continua ad inseguire il proprio sogno e proprio l’efferata uccisione dei «ricchi e chiacchierati baroni Cabras», freddati in un agguato forse per ragioni politiche, ne metterà alla prova il fiuto investigativo.

Abate ha il pregio di una scrittura nitida, molto empatica e ironica, capace di creare un feeling immediato con il lettore, accostandogli i personaggi – a partire da Clara Simon, con quel suo carattere burbero quanto genuino, spigoloso e sincero – riuscendo al contempo a narrare la Sardegna sotto una luce inedita, lontano dai consueti cliché.

Leggendo Abate – premiato dai lettori che lo hanno mandato nella classifica della narrativa italiana – ribadiamo che la bellezza dei libri ben scritti è proprio la sospensione della finzione, la capacità di trasportarci in un altrove storico, prendendo a cuore le vicende narrate e facendole nostre, sino all’ultima pagina (e in attesa della prossima avventura di Clara Simon).

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