Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Torino Film Festival, la Calabria unica italiana in gara con "Regina" di Alessandro Grande

Calabria e Piemonte unite nel nome del regista Alessandro Grande. La nostra sarà l’unica regione italiana a vivere da protagonista la trentottesima edizione del Torino Film Festival e il merito è tutto di “Regina”, l’opera prima che lancia il regista calabrese nel lungometraggio. È l’unico film italiano in concorso tra i 12 della selezione ufficiale; tra i protagonisti Francesco Montanari e Ginevra Francesconi.

Il countdown per una settimana che riserverà grosse emozioni anche alla Calabria è già scattato. Si partirà venerdì 20, fino a sabato 28 e mercoledì 25 sarà il giorno delle aspettative made in Calabria per l’opera del regista Premio David di Donatello per il bellissimo corto “Bismillah”. D’altronde il set è da favola e racconta una Calabria di abbagliante bellezza. Le scene sono state girate in Sila, dove si respira l’aria più pulita d’Europa ed è lo stesso regista a spiegare: «I paesaggi della mia terra son parte integrante della storia e delle atmosfere del film. Ho voluto raccontare una Calabria diversa, lontana dagli stereotipi che la vedono spesso dipinta come luogo di malaffare e di criminalità».

L’ha fatto sfidando pure le inedite difficoltà del lockdown e quel che ne emerge è il racconto di una Calabria insolita e personale che si snoda attraverso una storia di cui sono protagonisti un padre e una figlia. Sullo sfondo un evento tragico che sconvolge proprio Regina, quindicenne che sogna di fare la cantante. Lei è la talentuosa Ginevra Francesconi, nel ruolo di padre c’è Francesco Montanari che indossa i panni di Luigi, un uomo che sa di essere tutto per sua figlia. Regina è orfana, ma non ha ancora chiuso i conti con l’imprevedibilità della vita e l’opera di Alessandro Grande finisce per legare indissolubilmente sensi di colpa e responsabilità. Il racconto d’altronde oscilla tra film di genere e romanzo di formazione tante che il regista svela: «La storia nasce da un bisogno forte e personale di raccontare il tema del confronto e dello scontro generazionale attraverso due figure, come quelle di Regina e Luigi, legati da un rapporto simbiotico destinato a cambiare dopo il verificarsi di un evento tragico. Giorno dopo giorno, Regina si troverà a compiere un viaggio nel profondo della propria coscienza parallelamente al percorso del padre, mirato alla ricerca di una sua maturità che possa farlo diventare uomo».

Il regista è calabrese, le scene sono state girate in Calabria e nel film, prodotto da Bianca srl e Rai Cinema, tutto parla di questa terra di bellezza e contraddizioni. Al contributo del MiBACT, in associazione con Asmara Films, si aggiunge quello della Regione e della Calabria Film Commission, o meglio, la “vecchia gestione” di Pino Citrigno, smantellata senza troppe cerimonie dopo il cambio di conduzione politica e che in pochi anni aveva risanato la Cfc e dato un fortissimo impulso alla Calabria come set di cinema d’autore (come i tanti premi, tra cui quello per “Bismillah” confermano). E un altro po’ di questa Calabria è anche nel film fuori concorso “Calibro 9” di Toni D’Angelo prodotto da Minerva pictures (Gianluca Curti ) e Rai Cinema sostenuto da Calabria Film Commission e girato a Catanzaro.Infine, fa parte del cast di “Quasi Natale” di Francesco Lagi l’attore catanzarese Francesco Colella, tra i protagonisti di Padre Nostro e Trust.

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia