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Gaetano Pesce: vorrei donare la mia opera alla Calabria

Gaetano Pesce, uno dei maggiori interpreti della cultura contemporanea internazionale, ha espresso il desiderio di voler donare una delle sue opere più importanti alla Calabria.

«Nel 1969 – afferma il noto architetto e designer – ho disegnato la mia poltrona "Up 5 e 6" per denunciare la condizione della donna nel mondo, ovunque oppressa dal pregiudizio e dalla prepotenza dell'uomo. Oggi, a mezzo secolo di distanza, tutto questo vale ancora, per questo ho realizzato la “Maestà Sofferente” le cui forme, ingigantite, richiamano quelle della poltrona di cinquant'anni fa».

«Dopo Piazza Duomo a Milano – evidenzia Pesce – dove era stato esposto nel 2019 durante il Salone del Mobile, questo mio importante lavoro è stato richiesto da una istituzione culturale di Stoccolma. Ma credo che la mia opera debba restare Italia e, come mi suggerisce il mio allievo e critico d’Arte Stefano Morelli, di origine calabrese, è importante che vada in Calabria. Location perfetta sarebbe il Parco della Biodiversità di Catanzaro, perché risuoni più forte il suo messaggio di denuncia. La Regione è oggi governata da una donna, la presidente Santelli, che non dubito saprà accettare questo mio dono per la sua regione a patto che sia custodita e valorizzata. Da parte mia e dei miei collaboratori vedere l'opera e il suo significato in Calabria ci renderebbe particolarmente onorati».

Gaetano Pesce, durante tutta la sua carriera, ha anticipato e declinato il futuro, contribuendo in maniera decisiva all'odierno universo figurativo, creando oggetti diventati vere icone del design e riconosciuti in tutto il mondo. Le opere "multidisciplinari" di Pesce sono oggi parte delle collezioni permanenti delle più importanti istituzioni culturali internazionali - il MOMA e il MET di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, gli Uffizi a Firenze - e al suo lavoro sono state dedicate fondamentali retrospettive in tutto il mondo.

Tra gli esempi della produzione di Pesce, centrale è proprio l'iconica serie Up del 1969, frutto della collaborazione con Cassina: sette esemplari di sedie biomorfe che potevano essere sgonfiate e appiattite per il trasporto ma che una volta aperte e ri-espanse acquistavano di colpo le loro voluttuose forme. Primo prodotto industriale dotato di un esplicito messaggio politico, la Up 5 - insieme alla sorella Up 6 - sin dal suo debutto è stata riconosciuta come simbolo del design italiano diventando uno dei prodotti più famosi al mondo, nonché maggiore testimonianza del design radicale e dell'arredamento anni Sessanta-Settanta.

 

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