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Madonna della Neve di Zungri, il mistero del quadro che potrebbe essere di Raffaello

La Pro Loco Zungri ha presentato l'ultimo libro di Eugenio Sorrentino "La chiesa e il quadro della Madonna della Neve di Zungri". Un lavoro di ricerca delle fonti documentali e archivistiche sulla storia e il patrimonio artistico di Zungri, capace di ripercorrere le vicende che hanno legato la comunità alla Chiesa e che hanno visto protagonista il dipinto rinascimentale oggetto di grande devozione.

All'evento hanno partecipato il sindaco di Zungri Franco Galati, Don Giuseppe Larosa parroco e rettore del Santuario diocesano di Maria SS. della Neve in Zungri, Gilberto Floriani direttore del Sistema Bibliotecario di Vibo Valentia. Il Comune, il santuario e il Sbv hanno concesso il loro patrocinio all'evento organizzato dalla Pro Loco Zungri.

Ad ampliare il parterre degli ospiti sono intervenuti lo storico Saverio Di Bella, lo scrittore Luciano Meligrana, Nicola Rombolà dell'associazione Italia Nostra, il maestro Michele Zappino, scultore e pittore zungrese già docente all'Accademia delle Belle Arti di Brera.

Il libro di Eugenio Sorrentino è destinato a far discutere, perché l'autore, dopo una carrellata di dati e informazioni storiche supportate da documenti d'archivio, e dopo aver paragonato la firma emersa sul quadro dopo l'ultimo restauro con quelle di Raffaello Sanzio presenti su altre opere, evidenziandone l'evidente somiglianza, arriva a porre un interrogativo che suona più come un'affermazione: "E se il quadro fosse di Raffaello?"

L'ipotesi è più volte circolata, non solo recentemente ma addirittura ad inizio '900 in più di un documento, ma oggi viene suffragata da ulteriori indizi che portano tutti alla medesima conclusione. Il quadro della Madonna della Neve potrebbe essere realmente essere stato eseguito dal Raffaello, o almeno il disegno preparatorio che è stato scoperto con i raggi X dopo l'ultimo restauro.

Gli esperti d'arte adesso hanno materiale in più su cui ragionare. Certo che se all'interrogativo di Sorrentino rispondesse positivamente anche qualche critico di spessore, Zungri si ritroverebbe per le mani una delle opere d'arte più importanti d'Italia.

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