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Anticorpi contro le mafie, a Lamezia bilancio positivo per "Trame 9": oltre 20 mila presenze

Il Festival Trame

Dibattito, partecipazione, confronto. Cinque giorni di anticorpi positivi per combattere le mafie e attivare una riflessione sui temi più scottanti e spinosi della criminalità organizzata e dell'impegno civile attraverso le testimonianze di magistrati e forze dell'ordine, studiosi e giornalisti.

Trame positive di legalità e speranza, al centro dell'edizione del Festival dei libri sulle mafie che si è concluso domenica a Lamezia e che oltre ad aver fatto registrare grandi numeri - circa 20mila presenze di pubblico, oltre 90 ospiti, 28 libri presentati, 3 documentari, 3 spettacoli musicali e 5 video inchieste del progetto Visioni Civiche che ha permesso a giovani lametini di guardare con occhi nuovi il loro territorio e raccontarlo per provare a migliorare le cose - si conferma piazza capace di accogliere un dibattito vero reso ancora più utile dalla presenza di tantissimi giovani, gli oltre 100 “Tramati”, i volontari del Festival, che con il loro entusiasmo e le loro magliette arancioni sono stati sempre pronti a supportare ogni momento della manifestazione.

La nona edizione del Festival realizzato dalla Fondazione Trame in collaborazione con l'Associazione Antiracket Lamezia ha scelto di partire dalla frase «Voi che vivete sicuri…», omaggio a Primo Levi, per esprimere il bisogno di sicurezza a partire da un territorio che vive fortemente la pressione delle mafie, per dire no a tutte le forme di illegalità e costruire un'Italia più sicura e libera dalla paura dell'altro e del diverso: «Levi ci ricorda che la sicurezza può nascere solo dal rispetto dei diritti umani, dall'osservanza di regole che abbiano al centro sempre e solo le persone. Altre leggi non ne esistono; e se qualcuno lo afferma dice il falso - ha detto il direttore artistico Gaetano Savatteri - . Lo diciamo a tutti, dalle piazze di Lamezia Terme, città simbolo ormai, dopo nove edizioni, della cultura come arma contro le mafie».

A confrontarsi sul bisogno di sicurezza, tra rispetto e legalità, tanti ospiti che quotidianamente sono impegnati in una lotta che passa anche e soprattutto dalla cultura. Tra i temi dell'ultima giornata, che ha visto anche la consegna del Nastro della Legalità al film “Sembra mio figlio” di Costanza Quatriglio, quello delle scorte, sollevato dal giornalista siciliano Paolo Borrometi, e poi il confronto a più voci tra Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia e Gaetano Savatteri, Carlo Puca, Floriana Bulfon e Paolo Borrometi. E poi un omaggio a Sciascia, con l'attore Ninni Bruschetta sul palco con Laura Cannavò, in un'immaginaria intervista realizzata ai giorni nostri, scritta da Gaetano Savatteri con Gigi Restivo e Giovanni Taglialavoro, diretto da Giuseppe Dipasquale.

Trame di parole e riflessioni per unire piazze e cortili di una città che vuole crescere nella legalità. In tantissimi hanno applaudito il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e il Procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio, il magistrato Giancarlo Caselli, Nando Dalla Chiesa, Marco Travaglio, i giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine, i musicisti Eman e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Chef Rubio, l'attore Salvo Piparo, lo scrittore Qiu Xiaolong, lo storico Enzo Ciconte, il saggista Isaia Sales, la scrittrice Ester Rizzo, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani e Massimo Bray, direttore dell'Istituto dell'Enciclopedia Treccani.

«Da oggi siamo già al lavoro per la decima edizione - ha detto Armando Caputo, presidente della Fondazione Trame - che intendiamo progettare con rinnovato impegno. Vi aspettiamo tutti dal 17 al 21 giugno 2020».

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