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Oggi a Roma la riunione sul polo Dri, ma a Gioia Tauro si mobilita il “fronte del no”

Convocato il tavolo tecnico appena nominato dal ministro Urso per studiare l’alternativa a Taranto. Dal territorio arrivano però le prime voci di protesta: «Subiamo un insulto camuffato da opportunità»

E' ancora incagliata nella barriera frangiflutti del bacino di evoluzione del porto di Gioia Tauro la motonave Msc Elaine, battente bandiera di Panama, lunga 340 metri, larga 46 e con un pescaggio di 14 metri, 09 gennaio 2023. Dopo ore di tentativi di ben cinque rimorchiatori la prua della nave è ancora ancorata ai tetragoni in cemento armato della barriera.ANSA/MICHELE ALBANESE

Si aprirà questa mattina, su convocazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), la prima riunione del Comitato tecnico incaricato di valutare la realizzazione di un polo Dri (Direct Reduced Iron) nell’area portuale di Gioia Tauro. L’iniziativa, promossa dal ministro Adolfo Urso, si inserisce nell’ambito della strategia nazionale per la produzione di acciaio green e la riduzione delle emissioni, attraverso il preridotto e il relativo approvvigionamento di gas naturale. Alla riunione prenderanno parte i tecnici del Mimit e del Mase, insieme ai rappresentanti di Snam, della Regione Calabria, della Città metropolitana di Reggio, dei Comuni di Gioia e San Ferdinando, dell’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, del commissario straordinario per la Zes unica, nonché dei commissari straordinari di Ilva e Adi.
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