
Un meccanismo consolidato e radicato, in grado di influenzare iter amministrativi e concessioni, orientare affidamenti e nomine, ottenere benefici economici e persino sanatorie edilizie irregolari. Un modus operandi alimentato da una rete di rapporti personali, scambi di favori, compensi illeciti e incarichi retribuiti funzionali a interessi privati.
I sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro – Silvia Peru, Irene Crea ed Elio Romano – hanno avanzato richiesta di rinvio a giudizio per 25 persone, tra cui funzionari regionali, esponenti politici, professionisti e un appartenente alla Guardia di finanza, coinvolti in un’inchiesta che ha portato alla luce un sistema illecito, stabile e ben organizzato, attivo su più fronti della pubblica amministrazione, in particolare nei settori dell’urbanistica, dell’edilizia, della protezione civile e della pianificazione territoriale. L'udienza preliminare in camera di consiglio è stata fissata per il 9 dicembre prossimo.
Tra gli indagati che rischiano di finire a processo figurano:
Domenico Maria Pallaria, 66 anni, residente a Lamezia Terme, dirigente generale della Regione Calabria;
Gerardo Mario Oliverio, 72 anni, ex presidente della Regione, residente a San Giovanni in Fiore;
Luigi Incarnato, 69 anni, di Rende, all’epoca commissario liquidatore della Sorical e attualmente in servizio presso l’ufficio di gabinetto del sindaco di Cosenza;
Ercole D’Alessandro, 69 anni, ex finanziere originario di Fuscaldo;
Alfonso Dattolo, 61 anni, di Rocca di Neto, ex assessore regionale;
Francescantonio Stillitani, 70 anni, imprenditore di Pizzo.
Le parti offese
Sono sei i soggetti individuati come parti lese nell’inchiesta: la Regione Calabria, l’Agenzia delle Entrate, il Ministero dell’Interno, Cataldo Basile, Carmine Basile, Antonio Pilato e Maurizio Rudi.
Assunzione in cambio di prestazioni sessuali
Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, Domenico Maria Pallaria, nella sua veste di dirigente generale ad interim del Dipartimento della Presidenza e dell’Unità Organizzativa Autonoma “Protezione Civile”, avrebbe favorito l’assunzione di Giovanna Belvedere presso l’Azienda Calabria Lavoro in cambio di prestazioni sessuali.
La procedura sarebbe stata completamente aggirata: nessun bando pubblico, nessuna verifica sulla possibilità di utilizzare personale interno e nessuna reale esigenza per quel tipo di figura tecnica.
A sostenere l’operazione, secondo gli inquirenti, anche Giovanni Forciniti, all’epoca dirigente di Calabria Lavoro, che – su sollecitazione di Pallaria – avrebbe firmato un decreto contenente dichiarazioni false. Nel documento si attestava che l’ente non disponeva delle risorse umane necessarie e che la Belvedere risultava la candidata più idonea per ricoprire l’incarico.
Tutti gli indagati
Giovanna Belvedere, cl. 1967
Ercole D'Alessandro, cl. 1955
Luciano D'Alessandro, cl. 1976
Alfonso Dattolo, cl. 1964
Giovanni Forciniti, cl. 1964
Franco Albano Formoso, cl. 1969
Giada Fulini, cl. 1981
Odeta Hasaj, cl. 1967
Luigi Incarnato, cl. 1955
Gregorio Lillo Odoardi, cl. 1963
Salvatore Madia, cl. 1959
Matteo Magni, cl. 1982
Giovanni Marra, cl. 1978
Angelina Molinaro, cl. 1960
Antonio Nisticò, cl. 1975
Gerardo Mario Oliverio, cl. 1953
Marco Paladino, cl. 1990
Domenico Maria Pallaria, cl. 1959
Cristian Pancotti, cl. 1969
Salvatore Rotundo, cl. 1971
Nazzareno Giuseppe Rudi, cl. 1970
Alessandro Rugolo, cl. 1978
Luigi Russo, cl. 1987
Francescantonio Stillitani, cl. 1953
Sergio Vittadello, cl. 1937
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