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L’elezione arrivata lo scorso 31 gennaio al termine del Consiglio regionale e diverse vertenze da affrontare. Non c’è nemmeno il tempo di assaporare la soddisfazione dell’elezione al vertice del sindacato, raccogliendo il testimone lasciato da Tonino Russo, perché Giuseppe Lavia, fino a poco fa alla guida della Cisl cosentina, è già pienamente calato nel suo nuovo ruolo.
Segretario Lavia, lungo quali direttrici si muoverà la Cisl?
«Continueremo e rafforzeremo il nostro impegno per il lavoro dignitoso, perché il lavoro o è dignitoso o non è. Da questo punto di vista, pur riconoscendo l’importanza di settori cruciali come agricoltura e turismo, credo che la nostra Regione debba fare un passo in avanti. Serve uno sviluppo “industriale”, per come intende la Svimez, agro-industria, manifattura, servizi avanzati, economica digitale, innovazione. Creare nuove occasioni di lavoro stabile è la priorità, per spezzare il mix bassa natalità, emigrazione, specie giovanile, che sta generando un vero e proprio “inverno demografico”, una contrazione costante e continua del dato demografico calabrese. Alcuni segnali positivi vanno valorizzati: le eccellenze del nostro sistema universitario, la crescita dell’export agro-alimentare, la crescita dei flussi turistici legati anche all’operazione Ryanair, il Porto di Gioia Tauro che resta leader nel transhipment, la riduzione dei tassi di abbandono scolastico.
Negli ultimi tempi, complici le dinamiche nazionali, si è allargata la distanza tra la Cisl e il fronte Cgil-Uil. Lavorerà per recuperare l’unità andata persa?
«La Cisl ha nell’autonomia dalle forze politiche, nel pragmatismo, il suo tratto valoriale distintivo. Crediamo nel valore della partecipazione, della contrattazione, della concertazione, del dialogo. Siamo scevri da ogni visione ideologica. Cerchiamo di stare sul merito, valutando l’albero dai frutti Le persistenti criticità della nostra regione impongono ogni sforzo per trovare ciò che unisce. Su temi concreti, centrali per il futuro della Calabria».
Perché nel suo insediamento ha parlato di scelte positive, da parte della Regione, sul versante lavoro?
«I dati ci dicono che il tasso di occupazione è salito al 45% e si è registrata una lieve riduzione del gender gap, il divario nei tassi di occupazione maschile e femminile. Purtroppo, non crescono le assunzioni a tempo indeterminato. Valutiamo positivamente alcune misure del Piano per l’Occupazione varato dalla Regione, 13 interventi per oltre 180 milioni di risorse comunitarie. Alcune misure come Transformer, che incentiva la trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Valutiamo con attenzione alcune misure sulla formazione e soprattutto il progetto Accademia delle Arti e dei Mestieri. Naturalmente tutto dipenderà dalla capacità di messa a terra dei progetti. Abbiamo apprezzato il lavoro del presidente sulla vertenza dei lavoratori ex Abramo, che ha consentito di salvaguardare tutti i posti di lavoro. Di segno opposto, è il nostro giudizio su altre scelte, penso alla vicenda relativa alla Centrale del Mercure e all’approvazione di una norma, per il momento non applicata, che rischia di cancellare un’intera filiera locale di approvvigionamento delle biomasse e con essa centinaia di posti di lavoro».
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