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I tentacoli della 'ndrangheta tra Lametino e Vibonese: “Attività imprenditoriali soffocate” VIDEO

I tentacoli della 'ndrangheta arrivavano dappertutto sul territorio. Dopo l'operazione che ha riguardato Lametino e Vibonese, il procuratore Vincenzo Capomolla spiega cosa avveniva in Calabria. «La misura cautelare eseguita oggi ha riguardato un'organizzazione, un'articolazione della 'ndrangheta che opera in un'area interna tra la provincia di Vibo Valentia e, in particolare, l'area del Lametino, comprendendo le zone di Maida e Cortale. Questa organizzazione esercitava un controllo egemonico sul territorio, influenzando non solo questioni private, ma anche le principali attività economiche locali, tra cui lo sfruttamento boschivo. Tale controllo era così capillare che la cosca riusciva a condizionare alcuni soggetti chiamati a testimoniare in procedimenti penali, ottenendo dichiarazioni favorevoli per uno degli imputati. Oltre al controllo del territorio, l’organizzazione era coinvolta nel traffico di sostanze stupefacenti, collaborando con soggetti di altre aree territoriali che fornivano sia esperienze specifiche sulla coltivazione delle piantagioni di droga sia il finanziamento e le forniture di cocaina. Il controllo del territorio consentiva all’organizzazione di avviare piantagioni di droga sia nella propria zona di influenza sia in altre aree, come Mesoraca nel Crotonese. Purtroppo, godevano anche della compiacenza di due esponenti delle forze dell'Ordine, coinvolti anch'essi nella misura cautelare. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla capacità investigativa dei carabinieri, che hanno saputo adottare contromisure efficaci. L'operazione ha individuato tre distinti sodalizi, in stretta collaborazione tra loro, attivi principalmente nel traffico di sostanze stupefacenti».

Come operavano i tre sodalizi criminali

«Il primo sodalizio operava nella città di Lamezia Terme, dedicandosi al traffico di droga; il secondo, anch'esso attivo nel traffico di droga, utilizzava metodi mafiosi ed era specializzato nella coltivazione di cannabis; il terzo, infine, rappresentava la cosca che operava tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro, esercitando un controllo che soffocava le attività imprenditoriali, in particolare quelle boschive, e si occupava della coltivazione di cannabis e dello spaccio di marijuana e cocaina su larga scala. L'indagine ha evidenziato la presenza di legami tra l’organizzazione e alcuni esponenti delle forze dell’ordine, a testimonianza della solidità dei sistemi investigativi dei Carabinieri, che sono riusciti a ricostruire le responsabilità, che saranno poi confermate in sede processuale. Le indagini sono partite dallo spaccio al dettaglio, grazie all’arresto di un piccolo spacciatore nel novembre 2021, che riforniva una piazza di spaccio a Lamezia Terme. Dopo circa due anni, il nucleo investigativo dei carabinieri di Lamezia Terme ha ricostruito l'intera filiera di approvvigionamento, individuando i canali di rifornimento, produzione e spaccio, compreso l'approvvigionamento dei semi di cannabis con un principio attivo superiore al 10%.

Il coinvolgimento di altre regioni

«L’operazione, eseguita questa notte, ha coinvolto un consistente dispositivo di forze, con unità provenienti dai comandi provinciali dei Carabinieri della Legione Calabria, supportate dallo Squadrone Eliportato Cacciatori e dall’ottavo elinucleo dei Carabinieri di Vibo Valentia, oltre a unità cinofile. Alcune misure sono state eseguite anche in altre province italiane, tra cui Novara, Genova, Torino e Pistoia. L’operazione si è conclusa positivamente, in piena sinergia tra i reparti dei Carabinieri e con la massima sicurezza, dimostrando ancora una volta la forza di repressione dell’Arma contro ogni forma di criminalità».

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