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Aggressioni, suicidi e sovraffollamento, carceri calabresi come una “polveriera”

La relazione (allarmante) del Garante regionale per le persone detenute. Muglia: da inizio anno si sono registrati 5.306 “eventi critici”

Un'immagine simbolica della cella di un carcere italiano . ANSA

Il Garante regionale per i diritti delle persone detenute e delle persone private della libertà, Luca Muglia, ha presentato, ieri, la sua relazione sui primi sei mesi del 2024. L'analisi include una panoramica dettagliata degli eventi critici registrati, dello stato in cui versano le strutture penitenziarie e delle attività e condizioni dei detenuti all'interno di tali istituti.

A preoccupare il Garante sono, innanzitutto, i dati sui suicidi nelle carceri calabresi: se il 2023 si era chiuso, infatti, con un totale di 4 casi accertati, nei primi sei mesi del 2024 sono già 3 i decessi avvenuti per suicidio, l’ultimo circa un mese fa nel carcere di Paola.

Più in generale, sono parecchi i cosiddetti “eventi critici” registrati nel circuito penale calabrese. Il documento riporta dati che lo stesso Muglia definisce «impressionanti»: da inizio anno sono stati registrati 5306 eventi critici di cui, oltre ai 3 suicidi, 80 tentati suicidi, 225 atti di autolesionismo e 75 aggressioni fisiche. La relazione include tra gli eventi critici anche le sanzioni disciplinari, i danneggiamenti, le proteste, le occasioni in cui si è reso necessario trasferire in ospedale, con o senza ricovero, i detenuti, e molte altre voci che concorrono a comporre un così elevato numero di casi rilevanti ai fini dell’analisi.

Com’è facile immaginare, anche i dati sul sovraffollamento carcerario non sono incoraggianti: gli istituti penitenziari calabresi presentano una capacità regolamentare complessiva di 2.711 posti, mentre i detenuti presenti sono 2.998, determinando un indice di sovraffollamento medio del 114,78%. La situazione più grave si registra a Castrovillari, con un tasso di occupazione del 136%, mentre Catanzaro si ferma al 97%.

Il sovraffollamento ha numerose conseguenze negative sia per i detenuti che per il personale penitenziario. Nei dodici istituti penitenziari della Calabria, la presenza di un numero di detenuti superiore alla capacità regolamentare comporta: condizioni di vita difficili per i detenuti, costretti a vivere in spazi ridotti e spesso in condizioni igieniche inadeguate; aree comuni e di socialità insufficienti; aumento degli eventi critici rispetto al 2023; difficoltà nella gestione del personale che di per sé è già in significativa carenza di organico.

Proprio sulla carenza d’organico, i numeri chiariscono meglio la situazione: la Casa circondariale di Catanzaro fa segnare un -86 unità rispetto all’organico previsto, che sarebbe di 470. È la situazione più grave, in valore assoluto, in regione, ma anche in tutti gli altri istituti detentivi si registra un segno negativo nel confronto tra dotazione organica effettiva e dotazione organica prevista.

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