Calabria

Domenica 24 Novembre 2024

Calabria, il Pil trascina l’occupazione: per Confartigianato nel primo trimestre dell’anno 9mila assunti in più del 2023

foto pixbay

Il Mezzogiorno è un luogo da cui poter partire per cercare di raccontare cosa stia realmente accadendo all’economia del paese. Un cambio di paradigma sorprendente. Non c’è più il Nord che vola e il Sud che arranca col fiatone. La narrazione più recente conferma quei segnali di ripresa che sono stati già notati da Istat e Svimez e che Confartigianato, adesso, mette in fila nel report sulle tendenze del primo semestre del 2024. Luci che brillano anche in Calabria grazie alle esportazioni che crescono, a un Pil stabilmente positivo e all’inflazione in frenata. Indicatori che si combinano all’interno di un profilo che rivela anche un passo diverso nell’occupazione. E ha il suo peso anche la “Decontribuzione Sud” appena prorogata fino a fine anno, che ha stabilizzato i contratti e favorito i nuovi contratti. Ma la via della ripresa rimane un passaggio obbligato tra dune e pietre d’inciampo. E sia il presidente regionale di Confartigianato, Roberto Matragrano, sia il segretario, Silvano Barbalace, sono prudenti: «Lle difficoltà di reperimento del lavoro, il caro tassi e la lenta ripresa del turismo post-pandemia richiedono interventi mirati e politiche di supporto per le imprese calabresi».

La rivincita del Sud

La spirale dei processi produttivi declinanti in Calabria genera una stima del Pil regionale per il 2025 prossima allo zero ma leggermente più elevata rispetto al 2024, con una crescita del +0,4% rispetto al +0,13% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento della crescita, il Pil del 2025 supererà i livelli pre-crisi del 2019 del +1,4%, contribuendo positivamente allo slancio del Mezzogiorno che registra un incremento del +3,9%. Tutto questo mentre prosegue la fase di flessione dell’inflazione. A maggio, in Calabria, i prezzi al consumo sono aumentati di un modesto +0,8%, in picchiata, dunque, rispetto al +7,1% registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Una frenata legata al calo delle quotazioni dei beni energetici, anche se i prezzi di luce e gas a maggio sono più cari del 31,3% rispetto ai livelli medi del 2021.

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