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'Ndrangheta, Dia: aumenta il sequestro di armi anche da guerra. Calabria regione con maggior numero di Consigli comunali sciolti

«La lotta alle mafie registra un aumento cospicuo di sequestri di armi anche da guerra. E questo riguarda tutte le organizzazioni criminali». Lo ha detto il direttore della Direzione Investigativa Antimafia (Dia), Michele Carbone, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Relazione semestrale della Dia relativa al primo semestre 2023.
"Il sequestro delle armi è un dato comune a tutti i Paesi dell’Ue, non solo il territorio italiano - ha aggiunto - anche se ci sono difficoltà investigative a collegare la provenienza delle armi. Emblematica è l’inchiesta svolta in Calabria dove è stato accertato che un gruppo di 'ndrangheta, riconducibile a Rocco Morabito, aveva offerto a criminali brasiliani un container di armi, che avrebbe approvvigionato da pachistani in cambio di spedizione di cocaina verso il porto di Reggio Calabria».

E' un network criminale con basi anche in Africa

Ma c'è dell'altro. «La 'ndrangheta, nata come ordine malavitoso di tipo rituale essenzialmente ed esclusivamente calabrese, da tempo ha oltrepassato i confini regionali, diventando un network criminale capace di agire con grande disinvoltura nei contesti più diversificati, con un’accentuata vocazione verso i comparti economici, finanziari ed imprenditoriali. La crescita esponenziale della delittuositàdi tipo transnazionale, che trova nel narcotraffico l’espressione più immediata di guadagno illegale, ha dato un valore aggiunto macrocriminale alle cosche e ai locali presenti in Italia e all’estero». A lanciare l’allarme è la Direzione investigativa antimafia nella Relazione semestrale sull'attività svolta nel secondo semestre 2023.
«La disponibilità di ingenti capitali derivanti dal ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale - spiegano gli investigatori della Dia - unita a una spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico, hanno permesso alla 'ndrangheta di consolidare rapporti con le più importanti organizzazioni criminali omologhe del Centro e del Sud America. Negli ultimi anni anche l’Africa occidentale è diventata per le cosche di 'ndrangheta una tappa sempre più importante per i propri traffici. In particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana sono diventate cruciali basi logistiche per i narcos. A questi Paesi si aggiunge di recente anche la Libia. Analoghe considerazioni valgono per gli Stati Uniti ed il Canada, ove l’infiltrazione criminale della 'ndrangheta appare oramai compiuta».

La corruzione è lo strumento priviligiato

«La corruzione costituisce lo strumento privilegiato per trasformare i potenziali nemici in alleati preziosi, con l’ulteriore vantaggio di essere silenziosa». A dirlo il direttore della DIA, Michele Carbone, presentando la relazione sull'attività svolta nel primo semestre 2023. «Le intimidazioni - ha aggiunto - sono risultate essere anche funzionali talvolta al condizionamento dell’operato dei pubblici amministratori, in special modo nell’affidamento di appalti di imprese vicine ai clan. Inquietanti sotto questo profilo sono stati i non pochi episodi minatori ai danni di consiglieri comunali e sindaci, in particolare nei comuni calabresi». Il direttore della Dia ha poi sottolineato che «dal 1991 al 2023 sono stati sciolti 379 consigli comunali per infiltrazioni mafiose, di cui 25 annullati a seguito di ricorso. A questi si aggiungono 7 aziende ospedaliere ( 5 in Calabria e 2 in Campania). La regione con maggior numero di consigli comunali sciolti per infiltrazione mafiosa è la Calabria con 130 Comuni».

Per la 'ndrangheta la Liguria è una macroarea criminale

In Liguria «la criminalità mafiosa calabrese risulta strutturata attraverso i locali di Genova, Lavagna e Ventimiglia, ravvisando nella «Liguria» una macro-area criminale sottoposta al controllo delle cosche calabresi ivi insediate». È quanto emerge dalla relazione del primo semestre 2023 della Direzione investigativa antimafia ligure. "Recentemente, inoltre, si è avuta contezza giudiziaria anche di un ulteriore rilevante insediamento operativo a Bordighera». In merito alla presenza di gruppi di altra matrice criminale, continuano gli investigatori, «si segnala la presenza di singole proiezioni extraregionali di camorra e mafia siciliana, quantunque non organizzate in sodalizi strutturati». Tutte le province liguri sono caratterizzate dalla presenza «di sodalizi criminali stranieri, spesso costituiti da extracomunitari irregolari di origine africana, sudamericana o dell’est Europa, operanti per lo più nel settore del traffico e dello spaccio di stupefacenti. Talune recenti attività antidroga, tra l’altro, hanno dato testimonianza di sinergie operative tra la criminalità organizzata albanese con soggetti riconducibili alla 'ndrangheta e alla criminalità autoctona». Per quanto riguarda Genova una delle attività più recenti, che corrobora le ipotesi investigative, è l’arresto del super latitante Pasquale Bonavota. A lui era stato riconosciuto «il ruolo di promotore, capo ed organizzatore della cosca Bonavota, con la responsabilità di assumere le decisioni più importanti nell’interesse del sodalizio anche fuori dalla Regione di origine».

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