Calabria

Domenica 24 Novembre 2024

'Ndrangheta, lo smercio di droga a Cosenza e le cosche "confederate": 142 misure cautelari. Decisive le rivelazioni dei collaboratori TUTTI I NOMI

Scacco matto ai narcotrafficanti. La procura distrettuale di Catanzaro ha ordinato l'esecuzione di 142 misure cautelari nei confronti di indagati ritenuti coinvolti nel vasto e lucroso commercio di sostanze stupefacenti nell'area settentrionale della Calabria. Per 20 persone sono stati disposti gli arresti domiciliari e per altre 12 l'obbligo di dimora e di firma, mentre per tutti gli altri è stato disposto il carcere. Si tratta di presunti appartenenti ai gruppi egemoni della 'ndrangheta tradizionale e della criminalità nomade che avrebbero scandito il passo dello smercio di cocaina, eroina, hashish e marijuana nell'area urbana del capoluogo bruzio in combutta con esponenti delle cosche mafiose della Sibaritide e della fascia tirrenica del cosentino. Il blitz, coordinato dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, ha visto impegnati centinaia di carabinieri, poliziotti e finanzieri operanti sotto le direttive del questore di Cosenza, Giusepope Cannizzaro, e dei comandanti provinciali dell'Arma, colonnello Agatino Saverio Spoto e della Finanza, colonnello Giuseppe Dell'Anna. Gli indagati sono complessivamente 169 e il Gip di Catanzaro che ha firmato le misure cautelari è Arianna Roccia. Intercettazioni ambientali e telefoniche, sequestri mirati di partite di droga, rivelazioni di collaboratori di giustizia, costituiscono l'ossatura della poderosa inchiesta che appare come il naturale seguito della maxinchiesta "Reset" scattata nel settembre di tre anni fa con la notifica di oltre 200 misure cautelari. Due i magistrati inquirenti impegnati a combattere attivamente le cosche cosentine: si tratta dei pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti che hanno firmato con il procuratore Capomolla le richieste di emissione di provvedimenti restrittivi. Nel campo della commercializzazione della droga si sarebbe ripetuto lo "schema" del sostanziale accordo, già emerso in altre indagini, tra i vari gruppi criminali definiti, per questa ragione, dai pubblici ministeri antimafia, "cosche confederate". "Zingari" e "italiani" si sarebbero impossessati di tutte le "piazze" garantendosi incassi milionari. Vertici del narcotraffico per il gruppo degli "italiani" vengono indicati Francesco Patitucci, Mario Piromallo, Salvatore Ariello, Antonio Illuminato, Michele Di Puppo, Adolfo D'Ambrosio. Tra i pentiti rivelatisi utili alla ricostruzione dello scenario criminale figurano Celestino Abbruzzese, detto "micetto" e la moglie, Anna Palmieri, entrambi pienamente inseriti nel traffico di stupefacenti e intronei alla consorteria degli Abbruzzese di Cosenza, intesi come "banana" a loro volta collegati ai cugini cassanesi che hanno in Franco Abbruzzese detto "dentuzzo" e nel fratello Nicola, inteso come "semiasse", gli storici e carismatici punti di riferimento. Nel traffico di stupefacenti lungo l'asse Cosenza-Cassano è stato per molto tempo inserito Gianluca Maestri, narcotrafficante ma pure determinato "azionista" che da alcuni mesi collabora con la magistratura distrettuale catanzarese. L'inchiesta ricostruisce i canali di approvvigionamento della droga: Sibaritide, Campania, Reggino. Tra le persone oggetto di misure restrittive vi sono il boss ergastolano Francesco Patitucci e il suo braccio destro Roberto Porcaro, protagonista lo scorso anno di una finta collaborazione con la giustizia.

IN CARCERE

AI DOMICILIARI

OBBLIGO DI DIMORA E FIRMA

Misura interdittiva della sospensione dal pubblico servizio per il finanziere Enrico Dattis

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