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Autonomia, la Calabria chiede garanzie: in Consiglio regionale si apre qualche “crepa” nella maggioranza

«State firmando una cambiale mortale per la Calabria e di questo ne dovrete dare conto prima o poi». Queste le parole del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Iacucci che ha avviato a palazzo Campanella l’atteso dibattito sull’Autonomia differenziata. Nel ringraziare il presidente Occhiuto per aver accolto la richiesta di un dibattito in Aula, Iacucci ha rimproverato a Occhiuto di aver fatto credere ai calabresi che sarebbe stato lui a condurre le trattative per strappare le migliori condizioni per la Calabria. «Ci ha fatto credere che c’era persino una contromossa di Forza Italia a difesa del Sud e della Calabria. Tutto inutile e politicamente senza alcun senso, perché la Lega e il Ministro Calderoli andranno all’incasso sull’autonomia differenziata e ci andranno – ha evidenziato Iacucci – consentendo a Salvini di esibire in campagna elettorale europea lo scalpo del Sud al tavolo del grande Nord. Inutile prenderci ancora in giro. Vedere cammello, firmare riforma. Lei il totale dei LEP finanziati alla Calabria non li avrà mai in mano, prima dell’approvazione della riforma, per la semplice ragione che non ci sono i soldi assegnati alla legge e alla Calabria. Esattamente il contrario di quello che va dicendo. Lei, Presidente, parlerà da ultimo – ha concluso Jacucci – la prego, ci risparmi l’ennesima lezione di populismo e supponenza. Non ne sentiamo il bisogno. Scenda dal piedistallo, venga tra i comuni mortali, risponda alle nostre domande, alle domande preoccupanti dei cittadini calabresi, delle forze sociali, di tante associazioni, della Chiesa, faccia il suo dovere che è quello di difendere gli interessi della Calabria e dei calabresi. Se lo fa, noi ci saremo».
Per la maggioranza Giacomo Crinò (Forza Azzurri) ha affermato che il contraddittorio ha smentito che si voglia far approvare la legge sotto silenzio. «Persiste ancora – ha affermato – in certa opposizione una posizione ideologica». Crinò ha ricordato l’avvio della riforma del 2018 con il Governo Gentiloni «oggi migliorata anche per il lavoro svolto anche dalle opposizioni, che conteneva vincoli pregiudiziali per il Sud, che sono stati affinati».

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