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Sanità, fari accesi sulla Calabria passata ai "raggi x" dalla Corte dei Conti

La Sezione Autonomie della Corte dei Conti illustra al Parlamento lo stato dei sistemi regionali. Pesano le zavorre del passato tra conti e servizi non all’altezza. Luci e ombre sui Lea. La mobilità passiva nel 2022 ha sottratto alla regione risorse per 2,4 miliardi di euro

Sanità in Calabria, 600 assunzioni

In diverse pagine si parla di “problema specifico della Regione Calabria” e di “caso Calabria”. La sanità, dunque, resta sempre al centro dell’attenzione delle istituzioni centrali, nello specifico della Corte dei Conti - Sezione Autonomie, che nella relazione al Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali - esercizi 2022-2023 svolge una lunga valutazione delle varie realtà italiane, rilevando diverse criticità calabresi in termini di erogazione dei servizi, di bilanci, di tempi di pagamento. Certo, in alcuni casi i riflettori puntano su dati che riguardano, ovviamente, annualità in parte già risalenti nel tempo e non sempre, dunque, in linea con gli scenari più recenti. Ma forniscono comunque elementi importanti che aiutano a comprendere quanto l’evoluzione del quadro generale del sistema regionale richieda sforzi non indifferenti. Gli effetti della pandemia hanno un po’ squassato gli equilibri e impresso alcune accelerazioni su investimenti e azioni. Ma non sempre hanno portato a effetti rivoluzionari tra lo Stretto e il Pollino.

I livelli di assistenza

I Lea sono stati a lungo croce e (poca) delizia. La Corte rileva che nel confronto dei punteggi tra regioni del Mezzogiorno e regioni “best performer” negli anni 2012 e 2019 «si registra una netta riduzione dei divari territoriali su tre enti su sette (Abruzzo, Campania, Puglia), mentre per tre di essi si registra un aumento del differenziale a loro sfavore (Basilicata, Molise e, soprattutto, Calabria)». La relazione guarda, quindi, a risultati di quattro anni fa «per indisponibilità di dati più recenti» ma la china da risalire è molto alta, considerato che il differenziale negativo tra la Calabria e la regione più performante, l’Emilia Romagna, è aumentato dal 2012 al 2019 di 96 punti (la soglia minima positiva è a quota 160), pur risalendo lentamente la china. Le indicazioni sperimentali fornite dal Nsg (Nuovo sistema di garanzia) mostrano una Calabria che nel 2022 fa registrare valutazioni negative nelle aree prevenzione (come tutto il Mezzogiorno; questo settore riguarda ciclo base vaccinazioni, anagrafi animali, stili di vita, screening) e distrettuale (consumo di antibiotici, pazienti in assistenza domiciliare integrata, cure palliative), mentre è tutto sommato soddisfacente in quella ospedaliera.
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