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Ponte sullo Stretto di Messina, cantieri e discariche. Gli espropri fino al Vibonese

Pubblicati da ieri gli avvisi, la fase operativa dopo l’ok del Cipess. Coinvolti 1.104 proprietari di fabbricati e terreni . E non solo a Villa S. Giovanni e Campo Calabro

Da ieri è tutto a disposizione: dati, numeri, nomi, particelle e fogli catastali. Migliaia di pagine della società “Stretto di Messina” con riferimenti urbanistici e anagrafici di chi sarà coinvolto dalle operazioni di esproprio legate al Ponte. In tutto, sul versante calabrese, parliamo di 1.104 soggetti tra privati, società, enti e quant’altro. E non solo a Villa San Giovanni, ma pure a Campo Calabro, Seminara, Terranova Sappo Minulio, Varapodio e Gioia Tauro in provincia di Reggio ed ancora a Nicotera e Limbadi nel Vibonese. Parliamo complessivamente 1.653.810 metri quadrati di superfici tra aree edificate, edificabili e terreni vari.
Non tutte le particelle contenute nel “progetto espropri” prevedono, però, che i proprietari perdano il possesso del loro bene. Perché la prima grande suddivisione è quella fra, appunto, gli espropri e l’asservimento. Ci sono aree sulle quali dovrà essere costruita la torre che sosterrà il Ponte, o dovrà passare la ferrovia o sarà realizzata un’opera complementare, e in questo caso il bene privato sarà espropriato con indennizzo pieno. E poi ci sono aree funzionali al cantiere o all’opera in sé, ma per le quali non è necessario acquisire la proprietà per la “Stretto di Messina”, ma è sufficiente una servitù.

Spiega la relazione tecnica che «si è proceduto con la redazione degli elaborati grafico-descrittivi su base catastale aggiornata all’attualità, con la individuazione puntuale degli immobili interessati dalla realizzazione delle opere e successivamente con l’acquisizione dei loro valori unitari di mercato, per una corretta stima dei costi complessivi di espropriazione, di asservimento e di occupazione temporanea, mediante l’applicazione dei criteri dettati dalla legge vigente in materia».
Delle superfici interessate, il 71,46% è oggetto di esproprio, il 25,99% di occupazione temporanea, lo 0,12% di asservimento mentre il 2,43% ospita fabbricati da demolire. Ancora, la ripartizione delle interessate dagli espropri “racconta” anche che ii 75% è titolare di “aree” e il 10,74% di “fabbricati”, mentre il restante 10,60% è coinvolta per occupazione temporanea e il 3,65% per asservimento.

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