Duecento ore di lezioni spalmate in un biennio e un obiettivo ambizioso: ridurre i divari apprenditivi tra la Calabria e il resto del Paese. Mercoledì prossimo il progetto-pilota sarà presentato alla Cittadella alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, dei rettori delle Università calabresi e della Bocconi di Milano, del presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, dei vertici della Regione e dell’Ufficio scolastico calabrese. L’iniziativa sperimentale “ReCapp Cal” - Recupero apprendimenti di base in italiano e in matematica -, nasce appunto con il fine di colmare gli squilibri territoriali ed i gap formativi legati alle competenze chiave degli studenti calabresi, implementando un nuovo approccio metodologico didattico e motivazionale per affrontare con successo le prove Invalsi. Il progetto, finanziato dal dipartimento Istruzione della Regione Calabria con 5 milioni, sarà sviluppato negli anni scolastici 2024-25/2025-26 e verrà assunto, in accordo con l’Invalsi, come prototipo nazionale da replicare in quelle regioni caratterizzate da divari dei livelli apprenditivi degli studenti rispetto allo standard nazionale. Previsto il coinvolgimento di 70 istituti scolastici di primo e secondo grado ricadenti sul territorio calabrese, di cui 10 ciascuno per le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e 20 per la Provincia di Cosenza e per l’Area metropolitana di Reggio Calabria (in quanto territori più estesi). I 70 istituti scolastici - come ebbe modo di spiegare qualche tempo fa la vicepresidente della Giunta regionale, Giusy Princi - verranno individuati tramite l’Osservatorio regionale per il diritto allo studio, sulla base di quei parametri che tengono conto di risultati prove Invalsi, dispersione scolastica, situazioni di contesto caratterizzate da svantaggio socio-economico. Insomma, si punta sulla formazione continua dei docenti di italiano e matematica oltre che su quella degli studenti. E per tale motivo saranno prevalentemente coinvolte le classi che l’anno successivo dovranno affrontare il test Invalsi. L’azione messa in campo da Regione, Mim, Usr e Università prevede che gli istituti coinvolti, attraverso gli stanziamenti regionali, attivino specifici moduli di potenziamento didattico volti a migliorare i livelli apprenditivi degli studenti in particolare in italiano e in matematica. I referenti di ogni scuola, spiegano dalla Regione, dovranno periodicamente inserire in apposita piattaforma, in forma aggregata, i risultati delle prove somministrate agli alunni. Al gruppo di ricercatori universitari toccherà invece il compito di elaborare i dati, monitorando la ricaduta degli interventi formativi e l’efficacia della sperimentazione. In ogni scuola interessata sono previste parallele azioni di accompagnamento sotto forma di “peer tutoring” e azioni di formazione del personale docente tenute da esperti universitari. Le prove Invalsi 2024 Sono uno degli “spauracchi” degli studenti eppure tenuti molto in considerazioni da docenti e Ministero. Le prove Invalsi 2024 sono iniziate nelle scorse settimane con gli studenti di quinto superiore e sono andate avanti fino al 27 marzo. Ogni scuola avrà un suo calendario, flessibile. Ad aprile sarà poi la volta dei ragazzi di terza media, dal giovedì dopo Pasqua (4 aprile) fino alla fine del mese. Mentre i più piccoli, quelli delle scuole primarie, le svolgeranno il 6 (solo le quinte elementari), 7 e 9 maggio, per il momento nel loro caso ancora su carta. Infine gli studenti della seconda superiore, chiamati a fare le prove dal 13 maggio al 31 maggio. Per gli alunni di terza media e di quinto superiore ci sarà anche una prova suppletiva, dal 27 maggio al 6 giugno.