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Gli scontri dopo Cosenza-Catanzaro: ticket, ingressi, controlli. Ecco cosa non ha funzionato

Cronaca di un disastro annunciato. Nulla può minimamente giustificare le violenze ma la gestione dell'ordine pubblico del derby calabrese è iniziata male e finita peggio. Si parte subito con le difficoltà legate alla vendita dei biglietti per il settore ospiti. Ottocento con tessera del tifoso. Il consiglio ai supporters catanzaresi è di iscriversi ai bus della tifoseria organizzata. La lista viene consegnata a un unico rivenditore, autorizzato a emettere i tagliandi prima dell'apertura della vendita online. È lui stesso a segnalare subito un “bug” già emerso in altre partite: a Catanzaro le tessere del tifoso sono state emesse dal circuito Ticketone che nella maggioranza dei casi però non vengono lette dal circuito Vivaticket (di cui si avvale il Cosenza calcio). Era già successo, per esempio, a La Spezia. Nonostante la pronta segnalazione del rivenditore alla Questura di Catanzaro e da questi ai colleghi di Cosenza, alla società bruzia e alla stessa Vivaticket nessuno interviene.

Nel frattempo molti tifosi catanzaresi, saputo che la vendita è ancora bloccata, iniziano a fare biglietti per altri settori dello Stadio San Vito anche approfittando del ritardo nell’inserire le limitazioni ai residenti in provincia di Catanzaro. In città la caccia al tagliando è spasmodica. Solo sabato mattina intorno alle 13 e dopo l'intervento del Gos, che ha eliminato l'obbligo di tessera del tifoso, i biglietti per i bus sono stati emessi. La vendita online invece non è mai partita. A quel punto la frittata è bella e fatta. Il comunicato di sabato della Questura di Cosenza che promette sanzioni per chi non avesse avuto biglietti in regola non sortisce l'effetto sperato. La domenica mattina è a tutti chiaro che i tifosi catanzaresi saranno molti di più di 800, forse il doppio.

La lunga carovana viene fatta arrivare a Cosenza praticamente con le squadre in campo. Davanti al San Vito Marulla, l'ulteriore e pericolosa brutta sorpresa: per entrare c'è solo un varco stretto a cui si accede attraverso una scala sghemba fatta di gradini di cemento sbeccato. C'è chi cade, chi scivola, il rischio che la folla prema e succeda qualche guaio è altissimo. Per fortuna e anche per merito della maturità dei tifosi nessuno si fa male. I tifosi entrano a partita abbondantemente iniziata, nessun controllo per i biglietti, nessuna perquisizione. Dentro al settore ci sono già i dirigenti dell'Us che dopo insulti e sputi sono stati costretti ad abbandonare la tribuna Rao. All'uscita la tensione cresce. Da dietro il centro sportivo Real Cosenza qualcuno lancia sassi che colpiscono alcune auto dei tifosi giallorossi. C'è un primo confronto tra baschi verdi e supporters catanzaresi. Vengono fatti partire i bus.

Tutto liscio fino allo svincolo di Cosenza Nord. Mentre le forze dell'ordine scortano il lungo corteo, dai portici alcuni sostenitori cosentini arrivano sulla strada e lanciano torce e pietre. A quel punto un gruppo di ospiti scende dai mezzi e si lancia all'inseguimento. Urla, fumo ed esplosioni davanti agli avventori terrorizzati del Mc Donald's barricati dentro.
Un catanzarese viene fermato dalle forze di polizia. Ma la permanenza dei tifosi catanzaresi a Cosenza non è finita. I 16 autobus e le auto infatti restano fermi sul luogo degli scontri per quasi due ore. Per fortuna non accade più nulla.

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